Prima di entrare nell’aula del Tribunale dove si sta svolgendo il processo per la strage di Viareggio, causata dal deragliamento del treno carico di gas il 29 giugno del 2009, a Luca Cordero di Montezemolo chiamato a testimoniare insieme a Diego Della Valle in qualità di soci fondatori di Ntv, si è avvicinata Daniela Rombi, madre di Emanuela Menichetti, morta a 21 anni con il corpo pieno di ustioni. La Rombi gli ha chiesto: «Dica solo la verità». La risposta è stata: «Quello è poco ma sicuro». L’ex presidente Ferrari si è poi fermato a guardare lo striscione con i volti delle 32 vittime che quella sera, sostengono i pm di Lucca per incuria e difetto di manutenzione, persero la vita in un rogo da apocalisse.
I pmi hanno citato come testi i due manager per riferire della nascita di Ntv (con Italo concorrente nel settore dei trasporti su rotaia) e sui i rapporti con Mauro Moretti, che all’epoca ricopriva la carica di addi Ferrovie e che è uno dei 33 imputati. «Ogni volta che avevamo a che fare con Moretti, era netta la sensazione che all’interno delle Ferrovie non si muovesse foglia senza il suo consenso», ha detto Montezemolo. «All’ interno delle Ferrovie esisteva un vero e proprio metodo Moretti, con lui non c’era possibilità di dialogo», ha aggiunto Della Valle secondo il quale «quello che pensavo e che penso è che Moretti comandava chi gestiva la rete ferroviaria».
E ancora Montezemolo: «Moretti aveva l’ultima parola su tutto, rete ferroviaria compresa. E giocava un ruolo che, come imprenditore e come cittadino, considero anomalo» Montezemolo ha poi ricordato il meeting del 20 ottobre 2010 a Palazzo Chigi con l'allora sottosegretario alla presidenza del consiglio del governo Berlusconi Gianni Letta e Moretti. «L'incontro – ha spiegato – verteva sul problema della mancanza di una Authority che garantisse una sana concorrenza a entrambi e sull'accesso alle stazioni e sui problemi della concorrenza. Erano presenti Moretti e Elia, allora ad di Rfi, cioè della rete ferroviaria. Rimasi impressionato del fatto che qualunque fosse il tema toccato, sia i servizi che la rete, era lo stesso Moretti a rispondere. La stessa persona esercitava un ruolo eccessivo. Finché non si arriverà a una separazione tra rete e servizi questa sarà sempre la situazione». La tesi dei pm è che l’ex ad Moretti avesse anche il potere di intervenire sui requisiti della sicurezza dei binari italiani. Il legale di Moretti, Armando D’Apote ha spiegato però che il« Metodo Moretti» è quello di chi ha le idee chiare, di chi ha risanato Ferrovie con una visione societaria e industriale chiara.