Continua la maledizione della metropolitana di superficie mai nata. Gli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza ha acquisito in Comune gli atti amministrativi relativi alla realizzazione dell’opera, compresi i due pareri riguardanti le stime per la transazione in progress fra il Comune e la Cgrt (ditta che ha realizzato le infrastrutture); ossia la stima di Donato Carlea e quella redatta da Vincenzo Cerulli Irelli. I due atti presentano un gap di circa 2 milioni di euro. La circostanza singolare è che sono stati acquisiti atti di una transazione che, nonostante la lunga serie di riunioni, non è stata ancora chiusa. Al momento non è noto se le Fiamme gialle si siano mosse su impulso della Procura, sulla base di un esposto, o autonomamente. Certo è che si seguono con la massima attenzione le vicende della metropolitana da molti anni.
LA TRATTATIVA
Circa la transazione, Iannini, patron della Cgrt, intenderebbe chiudere a 8 milioni di euro, ossia la cifra stimata dal parere di Cerulli Irelli; un parere che si discosta di un paio di milioni di euro da quello di Carlea, che stabilisce circa 5,5 milioni di euro come prezzo giusto. Mentre le parti trattano, la giustizia compie il suo corso. Pende dinanzi alla Corte d’Appello il ricorso per le riserve e l’accordo bonario presentato dalla Cgrt, che ha visto il Comune vincere in primo grado. Sta per essere definita invece, dinanzi al Tar, la questione dell’impugnativa della delibera comunale che recepiva la sentenza della Corte di giustizia europea in relazione alla procedura d’infrazione relativa all’affidamento dei lavori alla Cgrt.
LA SENTENZA
Con quella delibera del 2009, la Giunta comunale azzerava tutti gli atti amministrativi recependo la sentenza della Corte di Giustizia. In occasione dell’ultima udienza di 15 giorni fa, il legale della Cgrt, Massimo Manieri ha chiesto l’acquisizione in istruttoria del parere di Cerulli Irelli, mentre il Comune, rappresentato dall’avvocato Domenico De Nardis, ha chiesto ai giudici di rimettere il giudizio a decisione. Ma le grane di Iannini con l’amministrazione comunale non finiscono qui: secondo quanto si apprende pende dinanzi alla Cassazione la questione relativa alla Tarsu non versata dalla ditta Ziaca (sempre facente capo a Iannini) all’amministrazione comunale per un importo di circa 900 mila euro.