PESCARA Dieci mesi vissuti quasi sottovoce sui banchi del Movimento 5 Stelle, a Palazzo dell’Emiciclo. Ma ora è lui, Leandro Bracco, a ritrovarsi al centro delle cronache. La delega alla Cultura che il governatore Luciano D'Alfonso gli ha consegnato nel bel mezzo dell'ultimo consiglio regionale non poteva che fare notizia, scatenando soprattutto le ire dei suoi colleghi di schieramento. Nel movimento di Beppe Grillo sono furiosi. Lui, il giornalista free lance di Roseto degli Abruzzi, ha trascorso le ultime 48 ore a difendersi e a spiegare.
Bracco, è vero che è stato cacciato dal M5S?
«Stamattina ho ricevuto una mail dallo staff nazionale in cui mi viene comunicato che sono formalmente sospeso, non espulso. Qualcosa a metà fra il cartellino giallo e quello rosso. Nella mail si dice anche che ho dieci giorni di tempo per spiegare la mia posizione».
Non pensa di averla fatta grossa accettando un incarico di maggioranza?
«Ho la coscienza a posto. Andrò avanti difendendomi sino al comitato di garanzia in caso di espulsione».
Con quali argomenti?
«Partiamo da un principio: mi auguro che la politica con il paraocchi, del "o noi o loro", finisca. Ci vuole coraggio a fare certe scelte, anche perché il mio non è stato un do ut des con D'Alfonso: ti do la carica e fai quello che dico io. Sono stato chiaro nel mio intervento, ponendo precise garanzie».
Quali?
«Ho detto a D'Alfonso che avrebbe dovuto accettare la mia posizione di consigliere della minoranza. Naturalmente continuando a militare nel Movimento 5 Stelle. Lui, del resto, ha spiegato di voler deparlamentarizzare il consiglio regionale».
TRADIMENTO
I suoi colleghi di partito però non l'hanno presa bene. C'è chi grida al tradimento.
«Il contesto abruzzese rispecchia quello nazionale, ma chi ci ha votati ci ha chiesto di fare, non di sbraitare. Del resto, mi sembra alquanto riduttivo fare opposizione inseguendo solo l'auto blu di D'Alfonso...Diciamo che nelle reazioni dei miei colleghi in consiglio (non la Marcozzi che nell’occasione era assente dall’Emiciclo) ho riscontrato forse un po' di invidia».
Non la preoccupa la reazione dei suoi elettori?
«Sulla mia pagina facebook non avrei mai pensato di dover mettere una cinquantina di "mi piace" ai commenti che hanno fatto seguito a questa vicenda. Del resto, con l'accettazione dell'incarico avrò la possibilità di incidere nella carne viva della politica abruzzese, concretizzando i punti del programma elettorale del Movimento 5 Stelle, dove sono stato eletto».
INDENNITA’
Cosa sarà della sua indennità di consigliere che nel M5S viene in buona parte restituita?
«Ho già detto a D'Alfonso che non intendo percepire un solo euro per la delega che mi è stata attribuita. I miei compensi in Regione continueranno ad essere restituiti come ho sempre fatto. Dentro di me ho ancora contezza del significato della parola dignità. Nessuno si è venduto, nessuno si venderà».