L'AQUILA Il presidente Luciano D'Alfonso si dice «contento di questa attenzione da parte dei consiglieri adulti», così li chiama, quelli cioè che dai banchi dell'opposizione sono lentamente scivolati con il piede in due scarpe. «Senza nulla togliere alla mia maggioranza -precisa il governatore- questo è un approccio alla politica che mi piace e che voglio coltivare». La semina, d'altronde, ha raccolto più di un frutto, perché oltre al grillino Leandro Bracco, dall'altro ieri delegato alla Cultura, all'Estetica e alla Creatività, le fila dei dalfonsiani più o meno ortodossi si stanno ingrossando.
ASSENZA
Assentatosi improvvisamente per motivi di salute dal consiglio contro la chiusura dei punti nascita («Ma avrei votato a favore della risoluzione dell'opposizione», precisa) in prima linea sull'argine del confine c'è Giorgio D'Ignazio, eletto nelle fila del Nuovo centro destra e «interessato a sostenere quanto di buono verrà proposto da questa giunta per il bene degli abruzzesi -spiega- pur rimanendo all'opposizione, sia chiaro». Sarà lui d'altronde, appena nominato alla direzione nazionale di Ncd, «il protagonista in Abruzzo del progetto di riconquista dello spazio moderato tra i due Matteo -spiegano Federica Chiavaroli e Paolo Tancredi- che il nostro partito sta portando avanti a livello nazionale e sui territori». Pieno sostegno, insomma, dai vertici per questo nuovo corso «collaborazionista», sostegno che certo non può vantare il grillino Leandro Bracco che, in meno di ventiquattro ore, è stato ricoperto di insulti e improperi dal popolo del web, che è poi quello del suo Movimento.
Per Forza Italia, però, quella di D'Alfonso resta «una spudorata campagna acquisti» dice Fabrizio Di Stefano che, visto che c'è, potrebbe portare a «ridare la delega all'Agricoltura a Mauro Febbo -ironizza il deputato- perché di questo passo, senza di lui, il Piano di sviluppo rurale non vedrà la luce nemmeno per il 2019».
PUNTI NASCITA
I nuovi ingressi, più o meno formalizzati, in maggioranza, però, D'Alfonso dovrà coccolarli bene, perché la vicenda dei punti nascita ha lasciato con l'amaro in bocca i tre della maggioranza (Gerosolimo, Olivieri e Monticelli) che l'altra sera hanno tentato di sospendere il decreto commissariale. «Il mio impegno in difesa dei diritti fondamentali, come il diritto alla salute, nei territori con particolari condizioni orografiche -avverte Gerosolimo-, non si ferma qui e proseguirà nelle opportune sedi istituzionali». Fino al confine tra maggioranza e opposizione.