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Pescara, 24/11/2024
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Data: 12/03/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ma resta il caos FI, Verdini: riapriamo il tavolo con Renzi

ROMA Festeggiano l’assoluzione di Berlusconi. Applaudono, brindano, scattano selfie per immortalare la giornata storica «che ha restituito al nostro leader onorabilità e la giusta agibilità politica». Ma la domanda tra i parlamentari azzurri accorsi a palazzo Grazioli per osannare l’ex Cavaliere redivivo è una sola: «E adesso che succede dentro Forza Italia?». Già, perché, passata l’euforia, il partito resta comunque spaccato, anche se ieri Raffaele Fitto e Denis Verdini si sono detti «molto felici per l’assoluzione». I fittiani hanno ribadito la loro lealtà al leader «che non è mai venuta meno, anche se abbiamo sempre detto verità scomode, ma utili da conoscere». E Verdini giura di «non voler promuovere correnti», invitando «a leggere bene il nostro documento».
LE ELEZIONI

Per ora i forzisti ribelli, fittiani e verdiniani, si consolano ripetendo le parole rassicuranti di Berlusconi che, commosso per l’assoluzione, promette: «Io non caccio nessuno, dobbiamo stare uniti e pensare alla campagna elettorale per le regionali. Dobbiamo andare in giro nel fine settimana. Dal venerdì, tutti sul territorio». Insomma, è il momento di mettersi a pedalare seriamente per sfangare le elezioni amministrative che, riposto l’entusiasmo per l’assoluzione, si prevede che non saranno una passeggiata. E’ ancora da definire l’alleanza con la Lega in Veneto, anche se l’ex Cavaliere è certo della vittoria di Zaia, nonostante la scissione di Tosi. E resta da verificare l’accordo in Liguria, dove Salvini impone il suo candidato, Edoardo Rixi.
Il disagio all’interno del partito però resta immutato. E più d’uno, a parte la «felicità» dichiarata da Verdini che finalmente ha incontrato di nuovo il leader forzista, ha registrato il suo insolito attivismo ieri nell’aula del Senato che, di solito, frequenta pochissimo. «Segno che Denis, che ha suoi uomini non solo in Forza Italia, ma anche nel gruppo Gal, ha ancora in serbo qualche sorpresa», si sussurra. E se da un lato Fitto e i suoi sperano in un’opposizione sempre più dura, Dall’altra, i verdiniani premono per un ritorno alla trattativa con Renzi per le riforme.
LE POSIZIONI

Il premier ombra di FI, Gianfranco Rotondi, l’unico a votare sì al ddl Boschi alla Camera, dice chiaramente che «grazie al voto sulla riforma Silvio tornerà alla grande in campo e vincerà le elezioni». Laura Ravetto si dice «certa che il no alle riforme sarà nuovamente corretto in Senato prima e poi alla Camera». Di riprendere «limpidamente» il rapporto con Renzi consiglia Giuliano Ferrara sul Foglio, mentre il verdiniano Gregorio Fontana, Renato Brunetta e Daniela Santanchè vanno all’attacco della legge Severino «che va abolita».
E non è sopita la polemica nei confronti dell’attuale classe dirigente «che va selezionata con nuovi criteri, come chiede Fitto», ripete Francesco Paolo Sisto, il quale invita Berlusconi «a rinnovare il partito nell’unità per riconquistare i voti dei moderati». Critica che coinvolge anche il capogruppo alla Camera, Brunetta, il quale, al solito, risponde con una sfida: «Siamo tutti nominati. Che venga fuori adesso un gruppetto di nominati che chiede che altri siano eletti, e non se stessi, è una cosa che mi fa sorridere».

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