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Pescara, 24/11/2024
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Data: 17/03/2015
Testata giornalistica: Prima da Noi
Società Unica trasporti, piano di fusione approvato in Consiglio regionale. La società avrà 1.613 dipendenti, 890 autobus e 39 milioni di capitale sociale

ABRUZZO. «Erogare i servizi di mobilità regionale in condizioni di economicità, redditività e gestione efficace ed efficiente delle risorse e degli assets, garantendo alla cittadinanza un livello di servizio di elevata qualità».
E’ questa la mission di Tua (acronimo che sta per Trasporto Unico Abruzzo), la nuova azienda unica di trasporto regionale, formata da Arpa, Sangritana e Gtm, il cui piano di fusione è stato approvato oggi dal Consiglio regionale (con il voto a favore della maggioranza, quello contrario del M5S e del Capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri, e l’astensione del centrodestra).
Una società con un capitale sociale di 39 milioni di euro, 1613 dipendenti, 890 autobus e 37 milioni di chilometri annui percorsi, con un valore della produzione di oltre 142 milioni di euro.
Dato che posiziona Tua Spa al nono posto tra le 19 aziende di trasporto regionali italiane, tra la Arst Sardegna e Umbria Mobilità.
«L’obiettivo – si legge in un passaggio del piano strategico – è diventare un’azienda leader nel panorama italiano, con un assetto di governance razionale e sviluppare l’intermodalità nei sistemi di trasporti». Traguardo da raggiungere con una serie di azioni, da portare a termine sia nel breve, che nel medio-lungo periodo. La prima, è più importante, soprattutto in fase di avviamento, è l’eliminazione delle sovrapposizioni delle tratte oggi effettuate da più vettori, in particolare per quanto riguarda i servizi ferroviari e quelli extraurbani finora assicurati da Arpa.
Un’operazione che consentirà di recuperare mezzi e risorse, soprattutto nell’area metropolitana Chieti-Pescara, ma anche nel Frentano, nella Marsica, in Valle Peligna e nel comprensorio vestino. In quest’ottica, a esempio, si procederà al riassetto dei servizi nell’area Penne-Farindola-Loreto Aprutino, all’interscambio della linea suburbana Penne-Pescara con la linea urbana al capolinea di Cappelle sul Tavo, all’eliminazione delle corse automobilistiche tra Lanciano e Pescara a favore del traffico ferroviario, all’attestazione dei servizi interurbani e suburbani presso il centro commerciale Porto Allegro di Montesilvano.
Ma in progetto c’è anche la realizzazione del Servizio Ferroviario Urbano, a elevata frequenza, per migliorare il collegamento sull’asse Scafa/Manoppello-Pescara, passando per il Campus universitario di Chieti e l’aeroporto d’Abruzzo. E ulteriori collegamenti ferroviari per velocizzare i tempi di percorrenza tra Chieti-Pescara e L’Aquila. Per il capoluogo regionale, invece, andranno implementate le sinergie con l’Ama (la società di trasporti del Comune), anche in considerazione del progetto di metropolitana di superficie tra San Demetrio e Sassa.

LA SEDE A CHIETI
Centrale, in ogni caso, sarà lo sviluppo delle potenzialità del sistema ferroviario, anche se inevitabilmente questo comporterà tempi di attuazione più lunghi. Nello Statuto della nuova società unica è invece stabilito che la sede dell’azienda sarà a Chieti, con sedi operative anche a Pescara e Lanciano.
Località, quest’ultima, dove avrà sede la divisione ferroviaria, che continuerà a essere svolta con il marchio Sangritana. Il consiglio di amministrazione, invece, sarà formato da un numero di componenti non inferiore a 3 e non superiore a 5. Al Presidente della società spetterà un compenso pari al trattamento economico del Direttore generale della Regione. I consiglieri con delega riceveranno il 35 per cento dello stesso importo, quelli senza delega il 15 per cento.
Il capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri aveva presentato due emendamenti: il primo per chiedere di sostituire il Consiglio d’amministrazione con un Amministratore unico, emendamento respinto; il secondo per prevedere la riduzione da 5 a 3 dei membri del Cda, come previsto dalla legge 39, anche questo respinto.

PD ESULTA E CENTRODESTRA BOCCIA IL RISULTATO
«In sette mesi è stato annunciato, pensato e realizzato ciò che chi ci ha preceduto aveva puntualmente rinviato», ha commentato soddisfatto Camillo D’Alessandro.
«E’ un importante risultato», ha detto invece il capogruppo del Pd Sandro Mariani «raggiunto in poco meno di un anno dall’inizio della legislatura. Appaiono strumentali le considerazioni del centro-destra che in cinque anni di governo regionale non è riuscito ad approvare la legge di riordino».
«Non ci sarà alcun risparmio sui costi della politica», ha detto invece Lorenzo Sospiri (Forza Italia), «ma la fusione determinerà un aumento del prezzo del biglietto per l’utenza del 5%, causerà un taglio delle linee e delle corse, e soprattutto rischia di buttare fuori dal sistema l’intero comparto privato del trasporto, mettendo a rischio posti di lavoro. Tutto questo perché la giunta D’Alfonso non è stata in grado di trovare le risorse per far funzionare la nuova società, e quindi aumenta gli oneri a carico dei passeggeri e del territorio. Ma occorreva farlo per forza con una fusione per incorporazione?», ha chiesto Sospiri in Consiglio. «O forse era meglio una fusione valutando il patrimonio delle tre società? Perché allora la fretta dell’attuale maggioranza? La maggioranza ha fretta perché i governi di sinistra, Monti, Letta e oggi Renzi continuano a togliere il fondo destinato alla Regione per il trasporto e quindi oggi la giunta D’Alfonso non riesce a tenere in equilibrio le aziende».
«Contestiamo la scelta della società in house e per questo abbiamo ritenuto opportuno astenerci», ha spiegato invece Mauro Febbo. «All’esame del Consiglio è arrivata la terza stesura dello Statuto per il quale abbiamo ottenuto e preteso delle importanti modifiche, anche grazie alla collaborazione di alcuni colleghi della maggioranza».
Voto contrario, invece, da parte del Movimento 5 Stelle Abruzzo perché «pur essendo, sulla carta, nelle nostre corde, nell’attuazione concreta disegnata dall’amministrazione D’Alfonso presenta eccessive criticità e fumosità oltre che incertezze per il futuro dei lavoratori».

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