L'AQUILA C'è chi la chiama «Unica» chi «Tua» (acronimo di Trasporto unico Abruzzo), comunque sia la nuova società pubblica del trasporto regionale è, in linea di principio, ben voluta da tutti. Anche se ieri i distinguo non sono mancati nel consiglio regionale chiamato ad approvare statuto e piano strategico della nuova società. Quello del consigliere di Forza Italia Lorenzo Sospiri, innanzitutto, che a differenza del resto del centrodestra (che si è astenuto), ha votato contro avvertendo che già ad ottobre non ci sarà più liquidità in cassa. E quello dei Cinquestelle che denunciano le tante carenze per l'assenza di un piano industriale e il mancato riconoscimento delle responsabilità per i consigli di amministrazione. «Oggi abbiamo solo tre certezze -ha spiegato il capogruppo di Forza Italia, Mauro Febbo- : un contenzioso di ben 700mila euro, un costo del cda di gran lunga superiore al complessivo dei tre cda fusi e l'aumento del costo del biglietti del 5%». Da chiarire restano ancora, d'altronde, molti aspetti, come l'allineamento degli stipendi dei dipendenti delle tre società fuse (Arpa, Gtm e Sangritana) e la composizione del cda (da tre a cinque consiglieri, stabilisce lo statuto, anche se la legge per le società in house impone un massimo di tre membri, due dei quali «interni»).
UN COLOSSO
Di fatto però, con un capitale sociale di 39 milioni di euro, 1.613 dipendenti, 890 autobus e 37 milioni di chilometri annui percorsi, con un valore della produzione di oltre 142 milioni di euro, Tua è oggi la nona azienda di trasporto pubblico in Italia: un colosso, insomma, che secondo il sottosegretario Camillo D'Alessandro «avrà la forza di sfidare il mercato e, con una giusta organizzazione e valorizzazione delle risorse, garantire un servizio di qualità». Integrazione tra ferro e gomma, eliminazione delle corse doppioni e razionalizzazione della forza lavoro, saranno i cardini del rilancio della società in house del trasporto regionale che avrà una sede trina (a Chieti, Pescara e Lanciano) e al cui vertice è stato chiamato il rettore di Teramo Luciano D'Amico, presidente unanimemente riconosciuto come di alto profilo da maggioranza e opposizione.
TRA LORENZIN E SULMONA
Lo scontro in aula, ieri, d'altronde, lo si aspettava su un altro punto che non era all'ordine del giorno, ma che era stato annunciato dalla stessa maggioranza: quello cioè sulla chiusura dei punti nascita. I numeri per mandare sotto la maggioranza, questa volta, a differenza di martedì scorso, c'erano: per questo D'Alfonso ha evitato che la risoluzione annunciata, fosse anche solo presentata in aula. A fine seduta, così, il presidente si è alzato e ha annunciato che tra due settimane sarà convocato un incontro con il ministro Beatrice Lorenzin per «discutere di possibili deroghe alla chiusura -ha detto D'Alfonso- in particolare per una città che ho nel cuore e che oggi vede ancora una volta il sindaco in prima fila». Lo sguardo di D'Alfonso è per Giuseppe Ranalli, primo cittadino di Sulmona dove, ieri mattina, sindacati e cittadini hanno aperto, in difesa del punto nascita, un presidio permanente al Santissima Annunziata.