PESCARA - Società unica dei trasporti, il difficile viene ora, per mettere a punto un piano industriale che, senza tagli di personale e garantendo la qualità del servizio, riuscirà a risparmiare la bella cifra, di 14,5 milioni di euro già nel 2015, perché la nuova società parte già con il segno meno e con i conti in rosso, insomma, con una ruota sgonfia.
Sfida tutt’altro che facile, spiega ad AbruzzoWeb Giuseppe Murinni, segretario regionale della Uil Trasporti, dopo il voto in Consiglio regionale che ha fatto nascere Tua, acronimo di Trasporto unico Abruzzo, attraverso la fusione delle tre società Arpa, Sangritana e Gtm.
E a cui ha fatto seguito a Pescara un incontro tra sindacati e rappresentanti delle tre aziende in via di fusione, nella quale si è intanto stabilito un fitto cronoprogramma di incontri da qui a fine maggio, ogni lunedì e venerdì, per mettere a punto il piano industriale, che dovrà dare concretezza a quanto scritto nel Piano strategico, approvato assieme e allo statuto nell’aula “Spagnoli” di palazzo dell’Emiciclo.
Di cui sono parte essenziale il contratto unico dei 1.613 dipendenti, e la riorganizzare complessivamente il servizio per tagliare i costi.
“La Tua - spiega infatti Murinni - nasce con sopra la spada di Damocle di 14,5 milioni di euro di tagli da effettuare già nel 2015. Di essi 8 milioni a causa dei mancati trasferimenti da parte del governo alla Regione per le società pubbliche, e 6,5 milioni per colmare i disavanzi delle tre società, in particolare dell’Arpa e arrivare al pareggio di bilancio”.
Come si fa dunque a risparmiare, se la voce più consistente, quella degli stipendi, non sarà intaccata con tagli ai compensi o peggio con licenziamenti, come hanno ribadito non solo i sindacati, ma anche il sottosegretario alla Presidenza della Giunta con delega ai Trasporti Camillo D’Alessandro?
“Grazie anche al contratto unico”, è la risposta di Murinni, che poi elenca la ricetta dei sindacati per far quadrare i conti.
“Nelle tre società - spiega il sindacalista - per la medesima mansione i trattamenti economici sono differenti. Serve un’armonizzazione, scegliendo una via di mezzo, anche per evitare contenziosi, ed entro fine maggio andrà messo a punto un contratto unico che, questo l’obiettivo, potrà generare risparmi all’azienda, e senza tagliare le retribuzioni. Basterà infatti riorganizzare il servizio, i turni, le mansioni eliminando i tempi morti, ottimizzando la produttività e l’efficienza”.
“Quello che possiamo garantire - ribadisce il sindacalista - è che non si dovrà licenziare nessuno. Posti a rischio non ce ne sono perché, per esempio, servono 100 autisti all’Arpa, e infatti è stato indetto un bando per creare una graduatoria di 250 persone, da cui poi eventualmente attingere”.
Questo da solo, però, non basterà per mettere in sicurezza i conti.
“In questi 2 mesi dovremo lavorare sodo - prosegue Murinni - per studiare nel dettaglio l’eliminazione delle sovrapposizioni delle corse, per integrare il trasporto su ferro con quello su gomma, per aumentare l’appeal e la qualità del servizio. Per internalizzare la manutenzione dei veicoli, potenziando le attività di officina interna. E poi andrà messo su il centro unico degli acquisti, che da solo può fare risparmiare milioni di euro all’anno, solo per fare un esempio, ciascuna delle tre società spendeva cifre considerevoli per le licenze software, con l’azienda unica servirà una sola licenza”.
A proposito di costi, l’opposizione di centrodestra ha però evidenziato che il nuovo Cda costerà più dei tre messi insieme del società che si sono fuse. Secondo le cifre fornite dal consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo, 396 mila euro l’anno, 100 mila in più dei 3 vecchi Cda delle società messi insieme, che oggi costano “solo” 296 mila euro.
“Si è vero - conferma Murinni - se il nuovo Cda sarà composto da 5 membri, invece che da 3, lo statuto prevede questa alternativa, avrà un costo maggiore, ma francamente il tema non ci appassiona, anche perché il vero e consistente risparmio sarà comunque garantito dalla riduzione dei dirigenti di nomina politica, che passeranno da 6 a 2, e che costano 120 mila l’euro l’anno ciascuno, e grazie alla riduzione da 9 a 3 dei revisori dei conti”.
Infine il costo del biglietto che aumenterà del 5 per cento, altro questione che provocato un vivace scontro politico.
“I punto è che non si possono fare le nozze con i funghi - taglia corto il sindacalista . questo piccolissimo aumento è inevitabile: con il costo di un biglietto nel 2009 si compravano 1,3 litri di gasolio, ora ce ne compri 0,8”.