L’AQUILA «Abbonamenti gratuiti, tessere giornaliere a prezzi irrisori, crediti non riscossi». Una politica commerciale che mal si concilia, secondo i sindacati, con le «casse disastrate» dell’azienda. Ancora sotto accusa, da parte delle Rsu e delle segreterie di Filt-Cgil, Uilt-Uil e Ugl, la gestione del Centro turistico del Gran Sasso. I rappresentanti dei lavoratori parlano di «facilitazioni» rivolte a imprese e privati, a fronte dei ritardi con cui vengono pagati gli stipendi al personale. «Dobbiamo ribadire», scrivono, «la nostra contrarietà alla gestione aziendale, soprattutto in merito alle iniziative commerciali intraprese. Pur apprezzandone lo spirito, il senso e il valore promozionale per la nostra montagna, ci chiediamo come si conciliano le tanto sbandierate e apprezzate manifestazioni private da svolgersi a Campo Imperatore con l’emissione di tessere gratuite. Inoltre, come si giustifica, rispetto ai prezzi praticati ai pochi abituali frequentatori del Gran Sasso, l’emissione di tessere giornaliere a prezzi irrisori, e vorremmo sapere anche quale ritorno, tale politica commerciale, può avere sulle disastrate casse dell’azienda». Ci sono timori per il pagamento degli stipendi: «Quale garanzia esiste, a oggi», continuano i sindacati, «di riuscire a pagare le prossime competenze stipendiali al personale, mentre si elargiscono tante generose facilitazioni? È possibile pensare che, mentre l’azienda mette in campo tutte le sue forze, i suoi mezzi e il suo personale, quest’ultimo si ritrovi ancora una volta ad aspettare tempi migliori per ricevere quanto gli è dovuto? Come è possibile continuare a sottoscrivere convenzioni con i gestori delle strutture alberghiere ed essere incapaci di riscuotere crediti a vario titolo esigibili dagli stessi? Non siamo contrari», aggiungono, «a iniziative private da svolgersi sul Gran Sasso. Ci chiediamo, però, in quale altra stazione invernale si possano trovare tante agevolazioni. In ogni azienda del settore che conosciamo, al contrario, viene svolta una ferrea lotta all’evasione e viene applicata una politica tariffaria certa e credibile, tanto necessaria alle finanze del Ctgs, ma purtroppo mai perseguita, anzi di volta in volta adeguata alle esigenze private più o meno “nobili”. Così», concludono i sindacati, «si svilisce ogni possibilità di invertire la tendenza negativa».