TERAMO I quattro manager delle aziende sanitarie regionali sono sul piede di guerra. Il taglio di mille precari previsti per l’Abruzzo, in base al decreto commissariale (n. 5 dell’11 febbraio 2015), porterà notevoli difficoltà a livello di prestazioni sanitarie: molti i servizi che dovranno essere tagliati. I sindacati parlano già di “emergenza sanitaria”, soprattutto per le Asl di Teramo e Avezzano-Sulmona-L’Aquila che dovranno fare a meno rispettivamente di 336 e 400 contratti a tempo determinato e interinali riguardanti personale medico, para-medico e amministrativo. Per cercare di risolvere l’impasse i quattro direttori generali si vedranno lunedì per decidere le prossime strategie comuni. Più contenuti, si fa per dire, i tagli nelle altre due Asl: Zavattaro a Chieti riferisce di dover fare a meno di 100 addetti mentre il suo collega a Pescara, D’Amario, non potrà più contare sull’apporto di 150 precari.
LE LINEE GUIDA
Il decreto in questione prevede l'applicazione dell'articolo 9 del decreto legge 78 del 2010, in cui si stabilisce che bisogna ridurre del 50% rispetto al 2009, la spesa per il personale flessibile.
SCENARIO GRAVE
“Rischiamo di dover tagliare servizi con drammatici problemi per un provvedimento non scaturito dalla volontà del commissario – annuncia il manager Asl, Giancarlo Silveri - ma da una direttiva statale del tavolo tecnico governativo, in pratica è un decreto imposto». Un discorso analogo ma non simile si verifica anche a Teramo dove in quell’anno, “per essere stati virtuosi” spiega il manager Asl, Roberto Fagnano, la spesa del personale fu di molto ridotta: «Purtroppo il sistema dei tagli lineari produce storture e, paradossalmente, penalizza le strutture storicamente virtuose come Teramo. Spero, anzi ne sono convinto, che il presidente D'Alfonso modificherà questa situazione, ma è necessario fare presto». A fine mese andranno via 70 persone, tra cui i magazzinieri della farmacia che serve gli ospedali, oltre a 45 infermieri. Seguiranno 20 medici e tutti quelli che distribuiscono i pasti. A Pescara D’Amario annuncia gravi problemi al barellaggio e trasporto pazienti: “Non sapremo come sostituire medici e infermieri, in particolare in chirurgia ed ematologia, che si assentano anche per lunghi periodi per malattia e gravidanza”. A Chieti Zavattaro porta l’esempio critico di chirurgia vascolare (“sono a rischio operazioni salvavita”): “Avevamo 5.300 dipendenti, oggi siamo a 4.800. Abbiamo forse già raschiato il fondo del barile”. Cgil, Cisl e Uil, per bocca di Ranieri, Traniello e De Angelis, chiedono un incontro urgente con D’Alfonso: «E’ paradossale che, attraverso interpretazioni di carattere letterale si concepisca un taglio occupazionale così pernicioso”.