SULMONA Tutto da rifare nella vicenda giudiziaria che vede coinvolta l’azienda di autotrasporti pratolana Di Nino. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Procura di Sulmona annullando la sentenza di proscioglimento con cui il Gup del tribunale diSulmona, Ciro Marsella, aveva scagionato dalle accuse i titolari dell’azienda, Piero e Stefano Di Nino. I reati contestati: estorsione, falso e truffa ai danni dello Stato, favoreggiamento personale e voto di scambio. L’inchiesta è partita dalla denuncia di alcuni autisti che erano stati licenziati, secondo loro ingiustamente. Piero e Stefano Di Nino e tre dipendenti erano accusati di avere costretto gli autisti a turni di lavoro massacranti e all’utilizzo di cronotachigrafi manomessi su almeno 20 veicoli. Il tutto per aggirare le normative vigenti in materia di trasporto, per abbattere i costi e per essere più competitivi rispetto alla concorrenza, mettendo a repentaglio, sempre secondo le accuse, la sicurezza stradale e la salute dei dipendenti. Accuse che secondo il Gup Marsella erano infondate, tanto da emettere la sentenza di proscioglimento nei confronti degli imputati. Non l’hanno pensata allo stesso modo i giudici della Cassazione, ai quali si era rivolto il sostituto procuratore Aura Scarsella, per i quali ci sarebbe spazio per sostenere alcune contestazioni dell'accusa. «Ancora una volta dobbiamo tornare a difenderci da accuse mosse contro la nostra azienda», è il commento dei vertici della Di Nino sulla decisione della Cassazione, «lo abbiamo già fatto una volta dimostrando la nostra innocenza, la nostra trasparenza, la nostra serietà. Vuol dire che torneremo a farlo consapevoli che la cattiveria cieca non potrà avere la meglio».