L’AQUILA «Noi eravamo tranquilli, perché sulla travagliata vicenda della metropolitana (mai nata) il Comune non ha fatto altro che adottare provvedimenti conseguenti all’accertamento, da parte della Corte di giustizia, dell’illegittimità degli atti compiuti anni fa dall’allora amministrazione Tempesta. L’ente aveva l’obbligo di attivare il procedimento di annullamento d’ufficio delle delibere del 2002 con le quali la giunta approvò la concessione di costruzione e gestione della metro in favore del consorzio Cgrt». A parlare è il vicesindaco Nicola Trifuoggi che annuncia ora, sull’unico punto ancora in piedi, «una verifica puntigliosa sulle richieste della Cgrt, guidata dall’imprenditore aquilano Eliseo Iannini, volte a ottenere il pagamento delle spese sostenute prima dell’annullamento, all’inizio del 2009, delle 2 delibere. Spese», aggiunge, «che dovranno essere sottoposte a verifica, anche per fugare le incertezze derivanti dalle diverse conclusioni (3 i milioni di differenza) contenute nelle due consulenze commissionate dall’ente. Rifaremo tutti i conti tenendo in considerazione solo le fatture quietanzate, ovvero le prove dell’effettiva anticipazione, da parte della Cgrt, delle somme ora richieste. Siamo pronti a pagare a Iannini ciò che è previsto dalla legge, ma nulla di più. La transazione per ora è sospesa in attesa di questo accertamento. I conteggi verranno fatti dai nostri uffici, ovvero dalla Ragioneria con la supervisione del segretario generale. Solo a lavoro ultimato potremo decidere cosa fare e magari rilanciare l’ipotesi di una transazione che possa soddisfare entrambe le parti». Insomma, alla luce della sentenza del Tar – che ha bocciato su tutta la linea il ricorso promosso dalla Cgrt che puntava a ottenere oltre 20 milioni di risarcimento – il Comune ora intende procedere con estrema cautela sui conti, mettendo così da parte anche le contrastanti consulenze di Cerulli Irelli e Carlea. In quanto alle riserve (3 milioni e 700 mila euro), per le quali è in corso un procedimento in sede civile, già vinto in primo grado dal Comune, Trifuoggi si dice convinto che si tratti di soldi non dovuti. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindaco Cialente: «Le pretese della Cgrt sono state respinte e in quanto all’effettiva anticipazione di quel 40% (8 milioni circa) previsto dal project financing, è tutto ancora da verificare. C’è infatti, il mancato pagamento (1 milione e 600 mila euro) dei treni e di uno dei proprietari dell’area, a Pettino, dove è sorto il deposito (mai ultimato). La Cgrt versò una caparra di 50mila euro ma l’atto, fatto per conto del Comune, non fu mai perfezionato. Una vicenda intricata che, però, dobbiamo chiudere per non perdere i 6 milioni e mezzo del ministero che investiremo sul trasporto pubblico urbano. Per questo abbiamo chiesto alla Corte dei Conti suggerimenti sul metodo da adottare per definire al più presto, e bene, la questione».