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Pescara, 24/11/2024
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Data: 22/03/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
D’Alfonso e Paolucci dalla Lorenzin «Il piano non si tocca». Punti nascita: avanti tutta sul taglio dei quattro reparti. Ma tra i dissidenti spunta pure Pietrucci: «Salvare Sulmona»

RIVISONDOLI Mentre Ortona scendeva in piazza e a Sulmona i sindacati chiamavano a raccolta i sindaci annunciando manifestazioni a Roma, ieri a Rivisondoli si metteva la parola fine sulla vicenda dei Punti Nascita. Luciano D'Alfonso e Silvio Paolucci, non hanno aspettato l'incontro congiunto con il sindaco del capoluogo peligno promesso nello scorso consiglio regionale e ieri, con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, sono andati a parlare da soli. Persino al consigliere regionale Andrea Gerosolimo è stato evitato di fare gli onori di casa (lui che è stato eletto su questa fetta d'Abruzzo). Il suo telefono è rimasto muto, nonostante l'appuntamento che si era dato con il presidente. Certo con il ministro, D'Alfonso e Paolucci dovevano parlare soprattutto del piano di uscita dal commissariamento, ma «all'ordine del giorno» c'era anche una valutazione sui Punti Nascita e in particolare su quello di Sulmona.
L’ANALISI DEI DATI

«Abbiamo analizzato i dati - spiega Paolucci - e il ministro ha riconosciuto la bontà del percorso intrapreso, la chiusura cioè di tutti e quattro i Punti Nascita (Sulmona, Atri, Ortona e Penne, ndr). Le ipotesi di deroghe che erano state ventilate venerdì, infatti, riguardano solo i territori con particolari problemi orografici e comunque non i presidi che sono troppo al di sotto della soglia dei 500 parti». Insomma con 200 parti sotto soglia non è possibile fare deroghe. E a poco servono gli esempi della Toscana. «E' troppo pericoloso - spiega Paolucci - Sulmona si metta l'anima in pace».
I CONSIGLIERI ARRABBIATI

La pace, però, rischia di saltare tra i banchi della maggioranza, perché ora al coro dei contro la chiusura indiscriminata, oltre a Gerosolimo, Olivieri e Monticelli, si è aggiunto in maggioranza anche Pierpaolo Pietrucci: «I fatti e i dati parlano chiaro: il punto nascita di Sulmona non può chiudere - ha detto -. La densità della popolazione, le condizioni orografiche, i 100 km da percorrere per eventualmente raggiungere il punto nascita più vicino, mi pare siano fattori sufficientemente solidi per garantire, nel caso di Sulmona, quanto la ministra dichiarava a proposito delle possibili deroghe alla legge». La giunta D'Alfonso però non ha intenzione di tornare indietro, neanche se, come nelle strategie del sindaco di Sulmona, si riuscisse in questi due anni che mancano all'effettiva chiusura, a far tornare a partorire al Santissima Annunziata. Perché si è vero che il capoluogo peligno lo scorso anno non è arrivato neanche a 300 nuovi nati, ma è anche vero che la metà delle puerpere ha partorito altrove. Una mobilità passiva frutto anche di un progressivo indebolimento del reparto negli ultimi anni. Paolucci dopo l'incontro di ieri a Rivisondoli si sente sollevato, perché «sostanzialmente sui Punti Nascita il ministro ci ha dato ragione, e perché - spiega - ci ha confermato di essere sulla strada giusta per uscire dal commissariamento. Ha riconosciuto i progressi fatti nella compartecipazione e le azioni messe in campo per superare le criticità ancora da risolvere. Avanti così - conclude l'assessore -: in autunno contiamo di superare l'esame finale e riappropriarci dell'autonomia gestionale della sanità abruzzese».

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