ROMA Pagare alla banca per tre anni (2015-2017) solo la quota interessi di mutui e prestiti e rinviare la quota capitale a tempi meno bui. Questa possibilità di “tirare il fiato” almeno per un po’ (la parte “congelata” si paga alla fine), prevista dalla legge di stabilità attraverso un emendamento diventato legge di Francesco Cariello del M5S, sarà attuata a breve, dopo la firma di un accordo tra Abi-imprese e consumatori. Accordo che, a quanto si apprende, potrebbe essere siglato già lunedì prossimo sui due diversi tavoli di confronto. Un’opportunità in un momento difficile di stretta sul credito che però, grazie anche ai recenti interventi della Bce, inizia già a mostrare segni di miglioramento. Anche se - come fa notare Fabio Panetta di Bankitalia - c’è «un miglioramento nella disponibilità di prestiti», ma «la normalizzazione del mercato del credito non è completa», con «l’aumento dei flussi» per «le imprese grandi e maggiormente patrimonializzate», mentre «le aziende di minore dimensione» hanno «difficoltà ad accedere ai finanziamenti esterni». Ma, per le pmi questa nuova possibilità ha delle restrizioni e l’accordo prevede infatti - secondo una bozza - che potranno accedere solo quelle senza «posizioni debitorie classificate dalla banca come sofferenze, inadempienze probabili». Inoltre le Pmi non dovranno avere «esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni». E ancora, l’intervento delle banche sarebbe discrezionale. Cosa che non piace affatto al “padre” della norma, Francesco Cariello (M5S). Per quanto riguarda i consumatori invece, uno dei rappresentanti al tavolo con l’Abi spiega che «il confronto prosegue serrato e ci siamo visti l’ultima volta venerdì scorso». Tema degli incontri è delimitare anche per i cittadini la possibilità di accesso a chi ha situazioni di oggettiva difficoltà. Anche in questo caso comunque i lavori si dovrebbero chiudere all’inizio della prossima settimana. «Accolgo con piacere il fatto che l’accordo sia vicino - commenta Cariello - spero che i dettagli li conoscerò presto dal governo in una risposta all’interrogazione che ho già presentato». Cariello nell’emendamento spiegava che in totale le sofferenze sono passate dai 144,5 miliardi di settembre 2013 ai 176,8 miliardi di settembre 2014 in aumento di 32,3 miliardi. Nel dettaglio, la quota delle imprese è salita da 99,1 miliardi a 126,5 miliardi (+27,70%) in aumento di 27,4 miliardi. La fetta relativa alle famiglie è cresciuta da 30,8 miliardi a 33,1 miliardi (+7,47%) + 2,3 miliardi. Per le imprese familiari c'è stato un aumento di 1,8 miliardi.