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Data: 30/03/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Lufthansa nel mirino è giallo sul certificato d’idoneità di Lubitz. Dopo il disastro di Germanwings inizia rimpallo delle colpe La compagnia: «Non sapevamo nulla dei suoi problemi»

DUSSELDORF A pochi giorni dal disastro di Germanwings, inizia il palleggio delle responsabilità. Stando all’Istituto federale tedesco Luftfahrt-Bundesamt, il certificato di idoneità di volo di Andreas Lubitz nel 2014, e quindi quello ancora valido al momento della catastrofe, è stato rilasciato dall’Aeromedical center della Deutsche Lufthansa di Monaco. Ma la compagnia di volo reagisce: Lufthansa ha tre centri aeromedici, ma non ha comunque accesso agli atti. Alla fine sa soltanto se un pilota è idoneo o no, sostiene il portavoce, e l’idoneità prevede comunque il consenso dell’ufficio federale del Luftfahrt-Bundesamt (Lba). «Il Luftfahrtbundesamt non è direttamente competente per la valutazione delle idoneità a volare dei piloti. Hanno questo incarico i centri medici (Aeromedical center AmcC) e i medici del volo autorizzati (Aeromedical examiner Ame)», ha spiegato Cornelia Cramer dell’Lba. «Nel caso presente - ha puntualizzato poi - questi erano il centro aeromedical della Deutsche Lufthansa di Francoforte nel 2009, e il centro aeromedical della Deutsche Lufthansa di Monaco nel 2014 per il rilascio del certificato di idoneità attuale». Immediata la replica di Lufthansa, che ha precisato: «Lufthansa ha tre Aeromedical center e 20 medici specializzati, ma anche se un pilota si rivolge a uno di questi centri, il che peraltro non è obbligatorio, la compagnia non ha accesso agli atti medici: è a conoscenza soltanto dell’idoneità o meno a volare». E alla fine sull’idoneità si deve ottenere il via libera del Luftfahrt-Bundesamt, è l’aggiunta. Una polemica che fa intravedere i posizionamenti delle diverse parti in gioco di fronte a un’inchiesta sul disastro che non si annuncia affatto facile. Intanto, la Bild am Sonntag ha pubblicato un’altra indiscrezione, secondo la quale qualcuno, «un buon conoscente di Lubitz», potrebbe aver avvertito la compagnia, mettendo in dubbio la capacità di volare del giovane. Una circostanza smentita dalla compagnia e non confermata dagli inquirenti: «È assolutamente escluso che i vertici della compagnia o della flotta o qualsiasi carica rilevante sia stata raggiunta da una notizia del genere». La caccia alla verità è, comunque, appena iniziata. E sarà la magistratura, ovviamente, a dire l’ultima parola sulle responsabilità di questo caso che segna la pagina più nera nella storia della compagnia tedesca. È d’altronde sempre più chiaro che Andreas Lubitz, in possesso di un certificato di idoneità al volo, avesse disturbi psichici di un certo rilievo: sempre Bild am Sonntag ha riferito di un distacco di retina (con un calo della vista del 30%, stando a Le Figaro) che potrebbe anche essere stato di natura psicosomatica. Inoltre, sempre stando al tabloid, in casa del giovane Lubitz sono stati trovati psicofarmaci non aperti, e medicine contro sintomi da sindromi maniaco-depressive. Tutti elementi, per ora non confermati dagli inquirenti, che fanno propendere per la tesi di un ragazzo colpito da seri problemi di salute, che avrebbe osato il suo gesto anche per paura di perdere il lavoro, e proprio in vista dei nuovi controlli medici (i piloti devono sottoporvisi ogni anno) del prossimo giugno. L’inchiesta non tralascia comunque l’ipotesi di un guasto tecnico, come ha detto il capo degli inquirenti francesi operativi a Duesseldorf. Mentre il procuratore francese Robin, ha negato che sia stata ritrovata parte del corpo di Lubitz: abbiamo solo tracce di Dna delle vittime, ha detto.

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