PESCARA La settimana della lunga attesa si concluderà oggi, con la sentenza d’appello del processo Housework per i grandi appalti del Comune di Pescara. Luciano D’Alfonso, principale imputato per fatti commessi durante la sua stagione da sindaco di Pescara, dopo l’assoluzione piena in primo grado aspetta con fiducia anche il verdetto della Corte d’appello dell’Aquila, forte della richiesta di assoluzione formulata dalla Procura generale, con ununica parentesi riguardante due degli appalti finiti nelmirino: la gestione esterna dei cimiteri e una serie di lavori stradali che avrebbero rappresentato la contropartita della costruzione della villa di Lettomanoppello. Fatti in ogni caso coperti dalla prescrizione, come riconosciuto dal Pg al termine della sua requisitoria. L’unica incognita, a questo punto, è rappresentata dal principio del libero convincimento del giudice, che in teoria potrebbe disattendere le conclusioni della pubblica accusa. Ma anche in questo caso la prescrizione sarebbe destinata a prevalere per la maggior parte dei capi di imputazione. Contro l’ultimo margine di incognita giocheranno la loro partita, oggi, le difese del governatore D’Alfonso e degli altri 22 imputati per i quali è stata chiesta la conferma della sentenza di assoluzione piena pronunciata in primo grado. L’unico che affronterà la camera di consiglio con la richiesta di condanna a 2 anni e mezzo è Guido Dezio, dirigente del Comune di Pescara all’epoca braccio destro di D’Alfonso, per il quale è stata chiesta la condanna in relazione all’affidamento del bar interno al tribunale di Pescara. I suoi avvocati hanno già parlato al termine della prima udienza, il 20 marzo scorso. Le difese, anticipate con corpose memorie scritte, non dovrebbero assorbire molto tempo; la sentenza è prevista dal pomeriggio alla serata.