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Pescara, 24/11/2024
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Data: 31/03/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Investimenti e sanità» Ballone detta le priorità delle imprese Dal nuovo presidente regionale di Confindustria un lungo elenco di richieste alla politica: liberalizzazioni, energia e ricostruzione.

L’AQUILA Ha 62 anni, un titolo di cavaliere e un impero delle autolinee da 35 milioni di euro con 210 dipendenti e 500 rotte spalmate su 23 nazioni europee e 17 regioni italiane. Ma soprattutto, il neo presidente regionale di Confindustria Agostino Ballone, nato a Pescara e residente a Teramo, ha un certificato di stato civile impermeabile ai conflitti territoriali che stanno accompagnando l’unificazione del sistema confindustriale regionale. Ieri, subito dopo l’elezione in sostituzione di Mauro Angelucci, applaudito e ringraziato con lievi distinguo della platea, il primo impatto con la comunità politica e i cosiddetti corpi sociali. Fosco, nonostante lo scenario macro, l’accenno di ripresa il ritorno dell’ottimismo, il quadro descritto dal neo presidente, che non avverte «centralità dell’impresa» nella dinamica di governo del territorio e riassume in tre zavorre, «caduta degli investimenti, extradeficit sanitario e una ricostruzione post sisma che non trova ancora risposte adeguate», il piombo che grava sulle ali dell’Abruzzo.
LA SFIDUCIA «Non sono parole di rito - avverte Agostino Ballone -, le imprese abruzzesi sono allo stremo, sfiduciate. E allo stato non sussistono condizioni attrattive per investimenti esogeni». L’elenco delle priorità delle imprese collima con il programma di mandato di Ballone: disboscamento burocratico, liberalizzazione dei servizi pubblici locali, accorciamento della catena di società partecipate ed enti strumentali, ma soprattutto «reti telematiche, grandi infrastrutture della mobilità, politiche energetiche immuni da radicalismo ambientalista, una sanità senza sprechi e trasformata in fattore di appeal territoriale e produzione di ricchezza, nuova legge urbanistica, interventi di protezione del suolo e risanamento idrogeologico». Al netto della liturgia, e del dazio pagato all’emozione del debutto in finale di lettura (peccato veniale dopo l’analogo inciampo di Mattarella), è il ritratto di una Confindustria saldamente ancorata su posizioni rivendicative nei confronti di Ue, governo nazionale e governo regionale: «È recente - striglia Ballone - un nostro documento in cui vengono fornite raccomandazioni volte a un corretto e rapido utilizzo delle risorse europee a gestione regionale: spendere tutto e subito in una logica integrata di interventi concentrati sulle priorità strategiche». E Più avanti: «Dal punto di vista della tenuta competitiva, tutta la materia attinente all’innovazione e all’internazionalizzazione riveste valenza particolare. Risulterà determinante la costruzione di una rete strutturata tra imprese, università e centri di ricerca».
Nelle repliche dei parlamentari presenti - Sottanelli, Tancredi, Pelino e Pezzone - tocca alla senatrice aquilana ricordare «le scelte fatte dal governo in coerenza con le richieste confindustriali: il jobs act non è cosa da poco, adesso vedremo che utilizzo ne farete in Abruzzo». Mentre il voce presidente della Regione Lolli si incarica di confermare la centralità dell’industria nel modello Abruzzo: «Da qui arriva il 90 per cento del nostro pil, caso unico nel Mezzogiorno, e nessuno vuol ridiscutere scelte rivelatesi vincenti. Il problema, semmai, è la gran parte delle piccole e piccolissime industrie che hanno bisogno di innovazione, ricerca e export. Da università e credito devono arrivare le risposte decisive, ma da parte delle banche c’è ancora resistenza rispetto a strumenti innovativi. Risorse: la Regione rivendica sia i 26 milioni del Fas per il polo automotive, sia il contratto di sviluppo ambientale decisivo per portare Fiat-Fca a Sulmona in alternativa alla Polonia».

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