ROMA I sindacati si dividono e fanno saltare il tavolo negoziale con Ntv sul costo del lavoro. Oggi alle 11 si riunisce il cda dove l’ad Flavio Cattaneo prenderà atto della situazione e farà partire il piano di mobilità per 248 dipendenti, mentre le organizzazioni dei lavoratori attiveranno le procedure di sciopero. La rottura si sarebbe consumata ieri sera durante le trattative con Adriano Tomaro, direttore del personale. Sarebbero stati gli uomini della Cgil i più intransigenti a pretendere un piano di durata di due anni mentre l’intera manovra di ristrutturazione concepita da Cattaneo è spalmata su cinque anni: i soci si sono impegnati a versare 100 milioni di equity freschi, 60 dei quali con l’approvazione da parte dell’assemblea di fine aprile, del bilancio 2014 che chiude con una perdita di 55 milioni, in diminuzione rispetto ai 77 milioni dell’anno prima. Le banche creditrici per 683 milioni, dal canto loro si preparano a rimodulare la parte leasing al 2026 (più due anni di eventuale prolungamento) e la parte cassa al 2021 (più due anni). Va detto che da parte degli istituti c’è convinta condivisione della manovra messa a punto da Cattaneo, manager di standing eccellente.
L’accettazione dei contratti di solidarietà avrebbe comportato un sacrificio a carico dei lavoratori pari al 6% netto (il 21% lordo) a fronte di impegni precisi sul fronte dei nuovi investimenti: 150 milioni nei prossimi anni e la riduzione del contratto di solidarietà, a scalare, fino al 2019 quando i lavoratori avrebbero ripreso quasi per intero lo stipendio. Tomaro, prima della rottura, avrebbe offerto l’ultima mediazione: verifica dell’accordo a due anni per alleggerire eventualmente gli oneri. Nulla da fare.
Dopo la mobilità di 75 giorni, come prevede la legge, dunque partiranno i licenziamenti collettivi sul 25% della forza lavoro. L’intoppo sindacale non ferma la marcia di risanamento di Cattaneo che dovrebbe incassare l’ok delle banche nel giro di qualche settimana.