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Data: 31/03/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Teodoro: la Sabatini ha offeso Veronica. Voglio 250mila euro. La capogruppo di M5S citata davanti al giudice civile per l’attacco al giovane neoassessore al primo consiglio

E’ stata la Sabatini, ieri in aula, a denunciare la citazione civile subìta. «Mi chiedo e le chiedo», ha detto rivolgendosi al sindaco, «se lei si riconosce oppure no in intimidazioni politiche come questa. Mi chiedo se i concetti di meritocrazia e pari opportunità siano parole vuote da sbandierare davanti ai microfoni e alle luci delle telecamere oppure debbano essere concretamente un faro del buon governo. Per il nome che lei porta e che è degno del nostro rispetto e della nostra considerazione, avremmo voluto e vorremmo che fosse meno timido e non si nascondesse sempre dietro a cortine di fumo e alle frasi fatte. So cos'è la moralità e mi sento di sostenere che da questa indecorosa vicenda è stata sistematicamente tenuta fuori dalla porta. Soprattutto da quella di Palazzo di città. Tutto questo non avrà alcun impatto di intimidazione sulla nostra azione politica. Rassegnatevi».

PESCARA Nel nome della famiglia Teodoro, della lunga storia politica e istituzionale e del ruolo sociale riconosciuto attraverso la nomina a Cavaliere «insignito dal presidente della Repubblica a testimonianza della moralità pubblica e dei meriti personali acquisiti», l’ex consigliere comunale e provinciale Gianni sfodera un atto di citazione nei confronti della capogruppo del Movimento 5 stelle Enrica Sabatini. Cifra tonda per la richiesta di risarcimento danni: 250mila euro per le parole pronunciate al microfono durante il primo consiglio comunale dell’amministrazione guidata dal sindaco Pd Marco Alessandrini. I toni utilizzati dalla grillina per descrivere quella chiacchierata operazione politica che ha spalancato le porte dell’esecutivo a Veronica, rampolla di casa Teodoro divenuta assessore a 19 anni dopo una trattativa interna alla maggioranza, hanno fatto saltare la pazienza al papà seduto tra il pubblico. Gianni, il minore dei tre fratelli che negli ultimi vent’anni sono sempre stati presenti tra i banchi della politica locale e regionale, ora a destra e ora a sinistra, ha così scatenato gli avvocati di parte civile Dante Angiolelli e Fabio Di Paolo. A darne notizia, ieri mattina in consiglio, è stata la stessa Sabatini, difesa dal collega di partito Andrea Colletti: «I processi si fanno nei tribunali, ma intendo parlare della dimensione politica dell’accaduto», ha aggiunto rivolgendosi al sindaco Alessandrini e di fronte a un’attonita Veronica e a un risentito Piernicola, zio dell’assessore, «ognuno si sceglie i propri compagni di viaggio: mi chiedo se esista ancora il diritto di critica politica in quest’aula consiliare, se il confronto dialettico debba piegarsi alle rappresaglie o a minacce più o meno velate». Il 7 luglio scorso, giorno dell’esordio della nuova squadra del governo cittadino, Sabatini aveva citato «l’assoluta mancanza di onestà e libertà intellettuale che caratterizzano la scelta fatta dal sindaco» e fatto riferimento al concetto sociologico del “familismo amorale” teorizzato da Banfield, spiegandolo come il comportamento di chi agisce «in vista del proprio tornaconto per massimizzare i vantaggi materiali ed immediati della propria famiglia e in totale avversione al benessere della comunità». «La nomina della figlia di Teodoro», aveva aggiunto la consigliera pentastellata, «è il più chiaro e triste esempio di quanto la vecchia politica, sotto le vesti di un falso rinnovamento, si dimostri come sempre inadeguata, ricattabile e ricattatoria, oltre che assolutamente incapace di perseguire il bene comune». Questi passaggi compaiono per intero sull’atto di citazione e sono bollati come una «aggressione gratuita e immotivata alla sfera personale e familiare» e dal contenuto «oggettivamente diffamatorio» nei confronti di «uno stimato, rispettato e apprezzato uomo politico e onesto amministratore» che sarebbe stato «esposto al pubblico disprezzo, alla pubblica denigrazione personale e morale, oltre che al ludibrio della sua immagine pubblica». Il maxi risarcimento da 250mila euro andrebbe quindi a coprire i danni «morali, biologici, all’identità personale e sociale, alla reputazione, all’onore, al prestigio, al decoro, all’immagine e alla vita di relazione». Il 15 aprile prossimo ci sarà l'udienza che dà il via al procedimento civile. La vicenda della nomina di Veronica e la querela sporta successivamente per i commenti al vetriolo apparsi su Facebook sono contorni marginali. Le 13 pagine del fascicolo passano in rassegna l’intera storia della dinasty dei Teodoro: dalla figura del commendatore Giuseppe, nonno della baby assessora, internato nei campi di concentramento nazisti e premiato con una medaglia d’onore, per finire all’elenco dei ruoli amministrativi e istituzionali di Gianni e alla sottolineatura della carica di Cavaliere della Repubblica. «Questo è il nulla che mi trascolora», è l’unico commento di Piernicola in consiglio comunale.

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