Moratoria su prestiti e mutui alla stretta finale: Abi, imprese e consumatori dovrebbero firmare l'accordo che attua la norma inserita nella legge di stabilità da Francesco Cariello (M5S) e che prevedeva la possibilità per tutte le imprese e i consumatori di ripagare per tre anni alla propria banca solo la quota interessi (non quella capitale) del mutuo o prestito. Ma a quanto si apprende e stando alle bozze, i termini dell'intesa sarebbero decisamente più strettì rispetto a quanto previsto dalla legge fissando, ad esempio, che la moratoria sia limitata a 12 mesi per le imprese che siano «senza sofferenze» (non 36 come previsto) e che a questa possano accedere anche i consumatori.ROMA Doccia fredda in arrivo dal fronte dell’occupazione, per il governo che aveva salutato la trasformazione di 79 mila contratti a tempo indeterminato come il primo successo del jobs act, ma anche e soprattutto per chi cerca lavoro e sperava che la situazione fosse davvero migliorata. E invece, i dati diffusi ieri dall’Istat ci dicono che la disoccupazione torna a salire. Dopo il calo registrato a dicembre e gennaio, a febbraio il tasso di disoccupazione è arrivato al 12,7%. L’inversione di tendenza, insomma, non c’è. Il tasso è infatti tornato allo stesso livello di dicembre ed è di 0,2 punti più elevato rispetto a febbraio 2014. Nei dodici mesi il numero di disoccupati è cresciuto del 2,1%, mentre in valore assoluto i disoccupati a febbraio sono 3,24 milioni. Contestualmente sempre a febbraio, gli occupati diminuiscono dello 0,2%, vale a dire -44 mila unità. Anche tra i giovani, e cioè tra coloro che sono tra i 15 e i 24 anni, il tasso di disoccupazione è in salita essendo pari al 42,6%, in crescita di 1,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. Il numero di giovani disoccupati aumenta su base mensile di 11 mila unità (+1,7%). La situazione peggiore, comunque, riguarda le donne. L’Istat ci dice che la frenata dell’occupazione a febbraio è dovuta esclusivamente alla diminuzione del lavoro delle donne. Il numero degli occupati, spiega l’Istituto, rimane sostanzialmente stabile su base mensile per la componente maschile mentre diminuisce di 42 mila unità (-0,4%) per quella femminile. «L’aumento della disoccupazione osservato nell’ultimo mese» spiega ancora l’Istat «è determinato dal maggior numero di donne in cerca di occupazione (+ 2,1%) mentre per gli uomini si registra un calo (- 0,5%).Il tasso di disoccupazione rimane stabile all’11,7% per gli uomini mentre per le donne sale al 14,1% (+ 0,3%). Numeri e dati che preoccupano i sindacati e spianano la strada alle opposizioni, che colgono l’occasione per attaccare il governo. Ma, a difendere l’operato di Renzi ci pensa il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per il quale i pessimi dati provenienti dal fronte del lavoro «non contraddicono» i segnali positivi come il consolidamento della ripresa della fiducia da parte di imprese e consumatori. «In coda ad una crisi le cose tendono a non essere stabilizzate ed è immaginabile che ad una fase positiva possa seguire una flessione». Una spiegazione che non convince Cgil, Cisl e Uil. «Bisognerebbe smetterla di dire che la ripresa è dietro l’angolo. I dati diffusi dall’Istat dimostrano che la situazione economica e occupazionale è ancora molto critica» sbotta Susanna Camusso, che propone la messa a punto di un «nuovo statuto dei diritti dei lavoratori anti jobs act». Il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, invoca un «patto sociale» mentre il leader Fiom, Maurizio Landini, picchia duro: «Bisogna dire la verità. Siamo di fronte a una situazione gravissima, che non abbiamo mai vissuto. Bisogna avere il coraggio di raccontare le cose come stanno perché le scorciatoie non servono». L’opposizione non è da meno. «Disoccupazione in aumento? Alla faccia del Jobs act» scrive su Twitter Renato Brunetta. E Giovanni Toti rincara: «Altro che ripresa... il 42% dei giovani è senza lavoro». L’attacco più duro è quello che parte dal M5s. Beppe Grillo scrive sulla sua pagina Facebook: «La disoccupazione aumenta, le balle pure». Nel post si legge: «Settantanovemila nuovi contratti non sono nuovi assunti. I tecnici dell’Istat precisano che si tratta di dati non confrontabili con quelli del governo». Ad essere preoccupata è anche la presidente della Camera, Laura Boldrini: «Ad essere espulse dal mercato del lavoro sono soltanto le donne. Quarantaduemila di loro hanno perso il lavoro e sono rimaste a casa mentre l’occupazione maschile rimane sostanzialmente stabile».