PESCARA. Richiesta di rito abbreviato e processo rinviato al prossimo 16 giugno per Michele Russo, presidente della Gtm, accusato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, nell'ambito dell'inchiesta sull'appalto relativo alle paline della Gtm, le aste pubblicitarie che si trovano accanto alle fermate degli autobus.
Sotto la lente del pubblico ministero Anna Rita Mantini, l'affidamento diretto alla D'Angiolella Pubblicità: l'accusa ritiene che l'appalto per l'installazione, la manutenzione e la pulizia delle paline dovesse essere aggiudicato tramite una gara.
invece, venne affidato direttamente alla D’Angiolella Pubblicità, prefigurando una valenza economica inferiore ai 20 mila euro e, dunque, senza necessità di una gara. La vicenda risale al giugno 2010.
Secondo il pm, il concessionario era obbligato da contratto a versare per 5 anni, rinnovabili per un secondo quinquennio, un cannone annuo di 10 mila euro in favore della Gtm, oltre al 40 per cento dei ricavi ottenuti dall’affitto a terzi degli spazi pubblicitari, consentendo così all’azienda di trasporti ricavi superiori a quelli previsti per l’affidamento diretto e in deroga a quanto deliberato dallo stesso cda della Gtm, che aveva autorizzato il presidente a sottoscrivere un contratto di fornitura per soli 5 anni senza alcuna indicazione di rinnovo. Russo, interrogato dal pm aveva spiegato che l’appalto non era a titolo oneroso, cioè la Gtm non ha sostenuto alcun costo e anzi ha ricavato un introito.
Il giudice dell'udienza preliminare, Gianluca Sarandrea, ha accettato la richiesta di rito abbreviato presentata dal legale di Michele Russo, Augusto La Morgia e la sentenza è attesa per il prossimo 16 giugno. Nella vicenda è coinvolto anche Antonio Dell'Erba, direttore generale della Gtm, accusato di falso.
Lui, secondo l’accusa, avrebbe attestato il 17 novembre 2010 che il contratto tra la Gtm e la ditta D’Angiolella fosse già stato stipulato occultando la circostanza che l’iter fosse in corso (l’accordo venne stipulato solo 5 giorni dopo) e che la società aggiudicataria all’epoca non fosse formalmente esistente (si costituì il 20 novembre) e dunque, secondo il pm, non valutabile professionalmente. Gli indagati avranno ora 20 giorni di tempo dalla notifica per presentare memorie o chiedere di essere interrogati.