|
|
|
Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.934
|
|
|
|
|
|
02/04/2015
Il Centro
|
Fallimento Sogesa, D’Amico indagato con altri sei ex dirigenti. Il rettore iscritto nella sua veste di ex numero uno del consorzio, acquisiti atti e documenti |
|
TERAMO E’ una bancarotta quella che, al momento, la procura ipotizza nell’inchiesta aperta sul fallimento Sogesa dopo l’esposto presentato dagli attuali vertici del Cirsu. Nel fascicolo del pm Stefano Giovagnoni ci sono sette indagati tra cui il rettore Luciano D’Amico nella sua veste di ex presidente del consorzio rifiuti che raggruppa sei comuni teramani. Gli altri nomi sarebbero ex vertici Cirsu ed ex Sogesa. L’inchiesta sta muovendo i primi passi tra acquisizione di documenti e imminenti affidamenti di consulenze tecniche. L’attenzione di inquirenti e investigatori per ora si concentra sul fallimento Sogesa con l’obiettivo di ricostruire i tanti, e complessi, passaggi che nel 2012 portarono al tracollo della società, l’ex braccio operativo del Cirsu innescando vari contenziosi. Situazione per la quale l’attuale presidente del Cirsu Di Matteo ha presentato in tribunale un esposto come atto di autotutela che chiama in causa le gestioni, tra il 2007 e il 2010, degli ex presidenti D’Amico e Lunella Cerquoni. L'esposto presentato da Di Matteo nell'agosto del 2014 nasce dall'esigenza, espressa più volte dall’attuale presidente del Cirsu, di fare chiarezza sui debiti accumulati negli ultimi anni dal consorzio per i rifiuti e sui danni patiti dagli impianti di Grasciano. Sempre secondo l’accusa di Di Matteo, ribadita nel corso di una conferenza stampa tenuta a febbraio, ammonterebbe a circa 10 milioni il danno patrimoniale causato dalle passate gestioni del consorzio, in un periodo compreso dal 2007 al 2010. Nell’esposto Di Matteo ha tirato in ballo la Sogesa perché l'ex socio privato di quest'ultima, l'Abruzzo igiene ambiente (Aia, società del gruppo Deco e proprietaria del 49% della Sogesa), vanta nei confronti del consorzio un credito di 2.250.000 euro: tale debito, ufficialmente riconosciuto dal Cirsu, non è stato mai liquidato perché, sempre secondo Di Matteo, il danno patito dal Cirsu sarebbe stato di gran lunga maggiore rispetto alla somma reclamata dall'Aia. La somma di 2 milioni e 250mila euro proviene dalla liquidazione del socio privato della Sogesa, società in seguito dichiarata fallita nel giugno del 2012, proprio dopo essere diventata totalmente pubblica. Successivamente al fallimento societario 53 dipendenti sono rimasti senza lavoro. Una situazione che ha portato in più occasioni le maestranze ad organizzare manifestazioni di protesta sia davanti al tribunale sia nella sede degli impianti di Grasciano. Il mancato pagamento del debito da parte del Cirsu ha coinvolto lo stesso consorzio in numerose vicende giudiziarie: il debito non liquidato è alla base, ad esempio, del "no" espresso dai giudici nei confronti della scissione societaria del consorzio in Cirsu e Nuova Era o, più di recente, dell'approvazione della richiesta di fallimento del Cirsu da parte della Corte d'appello dell’Aquila. La richiesta di fallimento era stata presentata dalla Deco proprio in virtù del mancato pagamento del debito, ma il tribunale di Teramo aveva respinto l'istanza. Ora però i giudici aquilani hanno nuovamente passato la palla ai colleghi teramani dichiarando l'ammissibilità del fallimento del consorzio. E' per motivare l'esistenza e l'accumulo di tale debito che Di Matteo ha chiamato in causa i precedenti responsabili del Cirsu. Dopo la presentazione dell'esposto di Di Matteo , D'Amico si era difeso dichiarando come, durante la sua gestione, fosse stato possibile effettuare il salvataggio della Sogesa, fiaccata da un debito di 5 milioni di euro, e dello stesso Cirsu, minacciato dal possibile fallimento della Sogesa, con una ricapitalizzazione di 2,5 milioni di euro. «Le azioni furono fatte pagare ad Aia 10 volte il valore», aveva detto D’Amico nella conferenza indetta per rispondere a Di Matteo, «l’intento era salvare Sogesa e con lei Cirsu e Cirsu Patrimonio» (ha collaborato Sandro Petrongolo)
|
|
|
|
|