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Data: 02/04/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Riforma trasporti scegliere bene tra opportunità e sopravvivenza di Roberto Campo (*)

L’articolo del professor Sarra sulla fusione delle tre società pubbliche regionali di trasporto (leggi l'articolo) è utile per allargare la consapevolezza sulla necessità che questa volta la riforma vada a buon fine e non si fermi a metà strada. Certo, andava fatta prima. Prima che cominciassero i tagli, almeno. È mancato a suo tempo il coraggio politico. I tagli sono arrivati: 10 milioni in meno nel 2015. Oggi si è fatto un passo e partiamo da qui, perché questo soltanto è stato finora realizzato. È utile se è l’inizio di un lavoro da concludere velocemente e bene. Se si rimane esclusivamente sul piano del riordino societario, non è e non sarà riforma vera. Serve un piano di programmazione dei servizi, che ridisegni il trasporto pubblico per rendere possibile un buon servizio su un territorio povero demograficamente, impervio geograficamente, limitato economicamente. La dimensione regionale è decisiva per compensare i relativi vantaggi del trasporto costiero e di pianura con gli svantaggi di quello che serve le aree interne e montane. Ora, il sistema stava per implodere, già prima dei tagli. La polverizzazione ancora esistente di operatori pubblici e privati va superata: restano più di 45 altri operatori privati, la riorganizzazione deve riguardare anche loro. È necessario abbassare i costi di produzione, inclusi quelli del personale, certo,ma soprattutto intervenendo su diseconomie stratificate, frutto dell’avvicendarsi di gestioni distratte. Mail professor Sarra coglie bene un pericolo: che si ripieghi su orizzonti di mera sopravvivenza. E invece, bisogna ragionare capendo le formidabili opportunità da cogliere con la messa in campo di un’azienda regionale multimodale relativamente grande anche nel panorama nazionale, unica nel centro Italia. Potenziando le attività di trasporto merci; collegando porti, aeroporto e piastre logistiche; rilanciando il territorio interno mediante una rete intermodale di servizi turistici ecosostenibili non solo quindi pensando al TPL. E’ vero pure che le cose vanno viste sì sotto il profilo dei costi, ma anche degli investimenti e del loro ritorno, e dell’apporto che i trasporti possono dare complessivamente ad un nuovo ciclo di sviluppo regionale.

(*) Segretario regionale Uil

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