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Pescara, 24/11/2024
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Data: 02/04/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Paolucci: «Se le Asl non centrano gli obiettivi via i direttori generali» Entro domani l’assessore vuole sul tavolo tutte le richieste delle aziende Liste d’attesa, male Teramo; spese per il personale, Chieti sfora di 3 milioni. Dirigenti, si cambia: pronta la delibera per il rimescolamento anti-potentati

L'AQUILA Entro domani molte delle richieste fatte dovranno essere sul tavolo dell'assessore, perché la Regione ha fretta di uscire dal commissariamento e mercoledì prossimo c'è un tavolo di monitoraggio al Ministero che, se non decisivo, è comunque dirimente per capire se entro l'anno la fine del commissariamento sarà realtà.
L'obiettivo principale è alzare i livelli essenziali di assistenza (Lea), che in un anno sono passati da 147 a 152, ma che devono arrivare a 160 perché siano ottimali, «anche se noi puntiamo a raggiungere i 165 -spiega l’assessore Silvio Paolucci- secondo un programma di crescita costante per tutti i quattro anni e mezzo rimasti di legislatura. E' quello che abbiamo chiesto ai direttori generali delle Asl, con l'avvertimento che, per chi non rispetta gli obiettivi, scatterà l'immediata decadenza».
C’E’ MOLTO DA LAVORAREE a scorrere lo stato degli adempienti aziendali monitorato ieri con tutti i dirigenti e direttori delle Asl abruzzesi, c'è molto da lavorare. Sul programma operativo, innanzitutto: entro il 31 dicembre scorso, ad esempio, gli screening oncologici avrebbero dovuto raggiungere una copertura del 50%, ma salvo in rari casi (mammella e cervice uterina nella Asl di Chieti), nessuno ha raggiunto questa percentuale, con numeri lontanissimi nella Asl dell'Aquila (tra lo 0,4% e il 9,6%) e una media regionale che va dall'8,43% al 28,43%. Per non parlare dello sforamento dei limiti di spesa per il personale che è stato di 413 mila euro per la Asl dell'Aquila (con quasi 6 milioni per il personale flessibile), di oltre 3 milioni per Chieti (e altrettanto per i flessibili) e 1,8 milioni per Teramo. E ancora sui tanti contratti scaduti o in proroga nelle Asl di L'Aquila e Teramo, o nel mancato inserimento dei dati relativi alle attività legate alle profilassi di stato, benessere degli animali e controllo delle imprese alimentari.
RITARDII flussi informativi sono d'altronde un problema un po' per tutti i protocolli. In ritardo sono anche gli adempimenti sulla dematerializzazione delle prescrizione con Pescara che non l’ha neanche avviata e le verifiche delle esenzioni sulle tessere sanitarie, con L'Aquila che ha aderito a quanto richiesto, ma che sta anche perdendo molte cause in tribunale per le circa 1.600 sospensioni effettuate.
Sulle liste d'attesa ad avere la maglia nera è invece Teramo. I conti economici presentano poi luci e ombre: rispetto al consuntivo 2013 c'è stato uno scostamento in negativo di 16,5 milioni di euro, mentre rispetto al programmatico 2014 un utile di esercizio di quasi 24 milioni anche se per potenziare l'assistenza territoriale ne servirebbero quasi 45 di milioni (mancano quindi 21 milioni).
Troppo alta (di quasi 4,5 milioni in più) è poi la spesa per le strutture private e in particolare Villa Serena, Pierangeli e Spatocco, Di Lorenzo; mentre resta di difficile lettura il contenzioso (ad eccezione di Teramo). Paolucci è però fiducioso e tiene ferma la barra: «Arriveremo per la prima volta a sostenere la sanità con il fondo regionale»

Dirigenti, si cambia: pronta la delibera per il rimescolamento anti-potentati. Entro domani l’assessore vuole sul tavolo tutte le richieste delle aziende Liste d’attesa, male Teramo; spese per il personale, Chieti sfora di 3 milioni.

REGIONE/2
L'AQUILA La novità più importante è quella che anticipa, nei fatti, quanto legiferato a livello nazionale per l'anticorruzione: la turnazione dei dirigenti a cadenza biennale o triennale. Un rimescolamento di carte e ruoli, insomma, che garantisca trasparenza ed eviti il fiorire di potentati burocratici all'interno degli uffici regionali. La bozza di delibera è pronta, licenziata l'altro ieri, e la prossima settimana sarà sottoposta al vaglio della giunta e dei sindacati per poi diventare esecutiva. Sono gli effetti dell'applicazione della legge di riordino dell'apparato burocratico licenziata ad agosto, quella, per intendersi, che ha portato i capi dipartimento da 12 a 7. Anzi 6 attualmente dopo le dimissioni per motivi personali di Vittorio Di Biase, sostituito al momento ad interim dal super direttore Cristina Gerardis e presto dallo scorrimento della graduatoria del bando già esperito. Solo che questa volta la riorganizzazione sarà calata sui singoli servizi e dirigenze (95 in tutto) e soprattutto sui 229 uffici regionali e sulle 62 sedi decentrate, destinate ad un considerevole sfoltita.
«Una ristrutturazione barbarica che cancella il buon lavoro fatto negli anni scorsi dal centrodestra -tuona Forza Italia riferendosi in particolare a Forestazione e Agricoltura- La direzione Agricoltura perderà un gran numero di uffici sul territorio a danno degli agricoltori, costretti a rivolgersi a Pescara per quasi tutte le attività di istruttoria del Psr». Per l'assessore Silvio Paolucci, però, il centrodestra mistifica e confonde: «L'Agricoltura è uno dei settori su cui abbiamo avuto particolare riguardo per le sedi decentrate. Mentre dirigenze, servizi e uffici saranno modellati sulla nuova impostazione dipartimentale a sette. Certo abbiamo chiesto ai dirigenti di relazionare sulle sedi decentrate, perché 62 sembrano troppe. Un esempio: per la cultura che gestisce un budget di 1,8 milioni di euro ci sono 11 sedi decentrate. Uno sproposito».
NOVITA’ NEI NOMIDi certo molte novità ci saranno oltre che nell'organizzazione, anche nei nomi a capo delle dirigenze: nell’Informatica (che da direzione diventa servizio), e poi Stampa e Affari di Giunta (immobile da circa un ventennio). «Ma soprattutto -continua Paolucci- abbiamo fissato i piani obiettivo che prevedono premi di produttività, ma solo a chi, gli obiettivi, li centra». E se lo dice l'assessore che non ha ancora firmato l'erogazione dei premi del 2012 c'è da crederci. «Quello fu l'anno in cui la Corte dei Conti ci redarguì per un disavanzo di oltre 200 milioni. E nello stesso anno tutti i dirigenti ottennero una valutazione di ottimo. I conti non tornano, evidentemente». Tant'è che quei soldi, insieme a quelli del 2013 e del 2014, sono ancora congelati. Chissà se il «giro di valzer» che coinvolgerà le dirigenze servirà a far cambiare passo alla macchina burocratica della Regione e delle sue tante, troppe, «dependances».

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