Dopo gli aiuti, il drammatico rientro alla normalità e all'orizzonte la stangata delle tasse. Sono tornate vuote le tasche di molti aquilani a sei anni dal sisma. Prima la restituzione del 40% delle tasse in seguito alla esenzione del post sisma fino al 2011, ora la fine del contributo di autonoma sistemazione che è stato un vero e proprio sostegno al reddito per molte famiglie, "furbetti" a parte. Resta ancora irrisolta peraltro, la questione della zona franca in attesa che l'Ue stabilisca in via definitiva se si è trattato oppure no di aiuti di Stato. In tal caso molte imprese si troverebbero a dover dimostrare il nesso di causalità fra gli aiuti e il danno subito. A completare la situazione, anche la necessità di restituire sempre al 40% ma in comode rate, tutte le bollette dovute alle utenze domestiche, importi che si sono sommati alla bollettazione normale. È cambiata la vita anche nelle New town, con l'imposizione di canoni di locazione più salati per gli assegnatari che hanno un reddito normale, che si somma alla quota da pagare per il condominio.
SOSTEGNO MA NON PER TUTTI. Aiuti sì, si diceva, ma non per tutti. Non sono mai giunte nell'immediato post sisma, vere e proprie agevolazioni per la ricollocazione dei commercianti soprattutto nel centro storico. Molti di essi hanno deciso comunque di rischiare insediandosi grazie all'agibilità parziale in alcuni locali sull'asse centrale, ma ora sono quasi sul lastrico. In molti hanno deciso di gettare la spugna chiudendo bottega. Restano invece desolatamente vuoti i locali a pianterreno ristrutturati di fresco che prima del terremoto ospitavano esercizi commerciali. Gli affitti proposti sono elevatissimi e nessuno dei piccoli dettaglianti che erano in centro può permettersi di sborsare certe cifre. Più bassi i prezzi di affitto nelle gallerie ubicate nell'immediata periferia che nel post sisma sono spuntate come funghi.
LA VERA STANGATA. Ma la vera stangata deve ancora arrivare. Sarà la "sorpresa" del bilancio di previsione del 2015 del comune dell'Aquila. L'amministrazione aveva chiesto al governo 28 milioni di euro per coprire le minori entrate in bilancio, ma sono stati accordati soltanto 17 milioni di euro, mancano all'appello 11 milioni senza i quali il salasso per i cittadini sarà inevitabile. «Proprio ieri abbiamo scritto di nuovo al governo - ha spiegato l'assessore comunale al Bilancio, Lelio De Santis - Il bilancio è pronto, ma prima di agire sulle leve fiscali, vogliamo verificare se le somme potranno essere accordate e giungere nelle casse in tempo utile». In caso contrario, la stangata è servita con aumenti di Tari, Tasi e Imu. L'assestamento di bilancio dà entrate Imu per 9 milioni 200 mila euro, 4 milioni di Tasi, 9 milioni di Tari e 6 milioni di Irpef ; recuperati invece 7 milioni e mezzo di euro per utenze non pagate dai cittadini del progetto Case. Per il 2015, senza i soldi del Governo, sarà necessario portare la Tasi al 2,5% e ritoccare di qualche punto Imu e Tari. Una famiglia che nel 2014 ha pagato di Tasi 336 euro con l'aumento in vista sarebbe costretta a sborsare 420 euro. La pressione fiscale salirà dunque alle stelle. E sono sempre di più i poveri in città. Di nuovi insediamenti industriali, neanche l'ombra.