Si potrebbe passare per i soliti incontentabili, ma le buone intenzioni del modello 730 precompilato (che pure sono molte) dovranno misurarsi molto presto con la vita reale dei contribuenti. E non è detto che scoppi l’idillio. La rivoluzione della semplicità tributaria, sembra, infatti, tutt’altro che compiuta. La data clou è il 15 aprile, quando il 730 precompilato sarà disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate e i contribuenti potranno, finalmente, prenderne visione e capire cosa il Fisco sa di loro.
Una vera svolta se pensiamo ai tempi del 740 definito lunare, per la sua complessità, dall’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Era il 1993, ventidue anni fa. La rivoluzione del precompilato, insomma, ha camminato a passo di lumaca. Il modello contiene alcuni dati già in possesso del Fisco: si va dalle rendite catastali degli immobili ai familiari a carico, dai redditi di lavoro dipendente alle ritenute Irpef, dagli interessi passivi dei mutui ai premi assicurativi, alle spese di ristrutturazione.
Per la prima volta, dunque, lo Stato non chiederà ai cittadini informazioni già in suo possesso. E questo è, sicuramente, un gran passo in avanti. Peccato manchino i dati sulle spese sanitarie, che debutteranno solo nel 2016. Ma il 70 per cento dei contribuenti fa la dichiarazione proprio per recuperare, parzialmente, quanto speso dal medico o in farmacia. In pratica due 730 precompilati su tre saranno da correggere e da rifare. Uno sforzo incompleto, quello fatto dall’amministrazione finanziaria, ma consideriamola la prova generale di una futura semplificazione.
Il contribuente, davanti al 730 precompilato, può scegliere il fai da te o chiedere l’aiuto di un Caf (Centro di assistenza fiscale) o di un professionista abilitato.
Chi sceglie il fai da te dovrà richiedere all’Agenzia delle Entrate un codice Pin per compilare da solo la dichiarazione: in pratica può bypassare ogni intermediario e avere un rapporto diretto con il Fisco. E, se accetta i dati già contenuti nel modello, vale a dire non li corregge e non li integra, eviterà ogni forma di controllo. L’alternativa è quella classica di delegare la compilazione della dichiarazione a un Caf o a un professionista. Come avviene del resto oggi, ma con una grande novità. Il contribuente dovrà solo fornire all’intermediario la documentazione, dopo di che ogni responsabilità ricadrà sulle sue spalle. A lui saranno addebitate le sanzioni e anche l’eventuale imposta evasa in caso di sviste o errori. Inoltre sarà sua responsabilità conservare tutta la documentazione da esibire su richiesta del Fisco. Andrà tutto liscio? C’è da scommettere che i contenziosi non mancheranno.
I maggiori oneri da sostenere, inoltre, hanno spinto Caf e professionisti a chiedere un compenso per elaborare i modelli precompilati. Insomma bisognerà pagare per fare il proprio dovere, nonostante la promessa del 730 easy. Va però detto che il contribuente, grazie all’assistenza fiscale, si libera di un peso non indifferente. Sperando che non arrivino in corso d’opera nuovi paletti, come il limite dei quattromila euro che congela i rimborsi, per chi ha familiari a carico o chiede la restituzione di vecchi crediti, fino a quando l’Agenzia delle Entrate non avrà fatto le verifiche del caso.
Alla vigilia dell’operazione dichiarazione dei redditi l’augurio per tutti, cittadini e professionisti, è uno solo: che il 730 precompilato non si trasformi in un 730 «precomplicato».