Come annunciato durante la riunione del Consiglio dei ministri, in serata Graziano Delrio ha giurato al Quirinale: è lui il nuovo ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, voluto dal premier Matteo Renzi e “benedetto” dal capo dello Stato Sergio Mattarella
In giornata Delrio, quando ancora la sua nomina era solo annunciata, aveva già parlato di opere pubbliche. “Non esistono infrastrutture né grandi né piccole”, aveva detto durante l’iniziativa “Mille cantieri per lo sport“, “ma infrastrutture che sono utili quando sono utili alla comunità.
A palazzo Chigi, prima della riunione del Consiglio dei ministri, già i ministri presenti si erano congratulati calorosamente con il nuovo ministro in pectore delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio.
Secondo la prassi istituzionale, dopo l’annuncio in Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio chiederà al presidente della Repubblica un incontro, che dovrebbe esserci alle 20, per proporre il nuovo ministro e, nel caso in cui il Capo dello Stato condivida la proposta, seguirà il giuramento.
Quella in Csm è stata la prima comunicazione della volontà di Matteo Renzi di indicare Graziano Delrio al posto di Maurizio Lupi, dimessosi dalle Infrastrutture pur non essendo indagato.
Delrio: non ci sono infrastrutture grandi o piccole ma utili
«Non bisogna pensare che le infrastrutture siano importante quando sono grandi o quando collegano grandi poli, ci sono infrastrutture che sono necessarie alla vita della comunità e quelle sportive o le nostre scuole lo sono, ci sono infrastrutture che magari fanno piccoli collegamenti ma hanno grande efficacia nella vita delle persone», ha detto Delrio a margine dell’iniziativa Mille cantieri per lo sport.
Un’iniziativa, quest’ultima che per Delrio dimostra appunto come «non esistono infrastrutture né grandi né piccole, ma infrastrutture che sono utili quando sono utili alla comunità».
Il nodo della delega ai fondi Ue
Resta da capire anche chi sarà l’esponente Ncd che entrerà a sua volta al governo, presumibilmente agli Affari regionali. La scelta potrebbe ricadere su Valentina Castaldini, portavoce nazionale del partito, o su Dorina Bianchi. La questione si intreccia alla delega sui fondi Ue.
Il Nuovo centrodestra, dopo le dimissioni di Maurizio Lupi, chiede una soluzione adeguata che non rimpicciolisca troppo la sua rappresentanza nel governo. E gli Affari regionali, ministero offerto da Renzi che anche in questa casella ha chiesto agli alleati di indicare una donna, non sembrano un risarcimento adeguato senza il trasferimento appunto dei fondi Ue. Ma il premier non ha intenzione di cedere su questo punto.
Anche per questo la nomina del nuovo ministro Ncd potrebbe slittare di qualche giorno.