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Pescara, 24/11/2024
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Data: 04/04/2015
Testata giornalistica: Il Centro
I negozianti infuriati «Un errore chiudere il corso sotto Pasqua». Contestati i lavori che impediscono il passaggio di bus e auto «Non siamo stati informati e ora non si vede un’anima»

«Questo è il periodo ideale per fare i lavori su corso Vittorio, perché la strada sarebbe rimasta comunque chiusa nel fine settimana». Il vice sindaco Enzo Del Vecchio replica così alle critiche giunte dai negozianti del centro e dalle associazioni di categoria per la decisione del Comune di avviare i lavori sul corso in prossimità delle feste pasquali. «Dai contatti avuti con l’impresa», afferma Del Vecchio, «è emerso che il lavoro materiale avrebbe richiesto solo un giorno, ma perché questi risultassero validi e durevoli, era necessario lasciarli riposare almeno tre giorni. Dunque oggi (ieri, ndr) verranno svolti e sabato (domani), domenica e lunedì riposeranno, visto che l’arteria rimarrà chiusa e senza quindi incidere sulla piena fruibilità del corso nella versione pedonale di ogni fine settimana». «Abbiamo scelto di fare i lavori in tale periodo», spiega ancora, «proprio per approfittare della chiusura delle scuole e della pausa festiva anche delle attività fino a lunedì compreso, anticipando la naturale chiusura solo di un giorno e in modo da non richiedere eccessivi sacrifici». Il vice sindaco ha poi rivelato che verrà potenziata la segnaletica sia orizzontale che verticale nel centro cittadino. Questo per rendere ancora più evidenti i cambiamenti che hanno interessato le aree di risulta e l’accesso ai percorsi alternativi. «In questi giorni abbiamo avuto l’occasione di valutare l’impatto che ha avuto la nuova viabilità sui flussi di traffico cittadino», conclude, «ai nostri occhi il giudizio è molto positivo».

PESCARA Stanno neri i commercianti del centro di Pescara, neri che di più non si può. La chiusura al traffico senza preavviso di corso Vittorio Emanuele (nel tratto tra via Genova e corso Umberto) e per di più nel weekend pre-pasquale ha dato il colpo di grazia a un settore che perde pezzi quotidianamente e che da troppo tempo, oltre che con la crisi, si trova a dover fare i conti con le scelte di una politica che non ha ancora deciso che cosa fare dell’anima commerciale della città. Una città che non si riconosce e che non riconoscono più. «È venuto un cliente dell’Aquila, ed è rimasto sconvolto», racconta Maria Pia D’Intinosante titolare della boutique L’Emporio di via Trento, «una volta con la gente ci si toccava quando camminavi in centro a Pescara, ora non c’è un’anima, mi ha detto. Perchè è vero, siamo murati vivi, non arriva più nessuno, ci telefonano i clienti dell’entroterra per chiederci come arrivare in negozio, perché il primo che si alza decide che cosa fare di Pescara. Oppure a questo punto dobbiamo pensare che ci sia una casta, qualcuno interessato a dirottare tutto verso i centri commerciali. Altrimenti non si spiega perché ci stanno uccidendo». «Lasciamo perdere il milione e settecentomila euro spesi per questi lavori che sono già da rifare», protesa Patrizio Fraioli dalla sua tabaccheria di corso Vittorio Emanuele, «ma qui ci si sta dimenticando delle persone, di chi lavora. Stamattina il corso era chiuso ma nessuno lo sapeva, abbiamo visto con i nostri occhi gli autisti degli autobus fare inversione di fronte al divieto di proseguire, con la gente lasciata al volo per strada che è scesa dai mezzi infuriata. Ma si può? Ripeto», va avanti il commerciante, «non è tanto il danno economico che il venerdì prima di Pasqua c’è eccome, ma io insisto sul trattamento che ci riservano: non ci rispettano, non rispettano la gente che lavora. Ma non potevano aspettare dopo Pasqua?». «Stamattina (ieri ndr) quando sono arrivata», racconta Marina Dolci dell’omonimo negozio di sport di via Trento, «non vedevo nessuno in giro, ho pensato che dipendeva dal tempo. Invece poi mi sono affacciata su corso Vittorio e ho capito. Giovedì era andata benissimo, invece da stamattina non c’è nessuno in giro, non c’è un’anima. E nessuno ci ha avvisato». «Bisognerebbe cambiare città», tuona Simona Barone che con la madre e le sorelle gestisce in via Trento e in via Nicola Fabrizi i negozi di abbigliamento “Antonella” e “Liu Jo”, «la gente non arriva, non riesce più a entrare in centro. E non è solo corso Vittorio Emanuele, è anche via Regina Margherita: finchè non cambiano il senso di marcia sarà sempre peggio. Io so solo che negli anni passati quando il Venerdì Santo c’era la processione e avevamo il negozio pieno, ci vergognavamo quasi di fronte all’evento religioso. Ora neanche a pensarci, non arriva nessuno e nessuno. Ci mancava che chiudevano anche corso Vittorio Emanuele il venerdì prima di Pasqua senza dire niente a nessuno. Ma basta guardare: la città è deserta».

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