Lo smottamento del terreno sull’asse attrezzato in coincidenza dell’intersezione con la tangenziale ha provocato l’altra notte la rottura di una grossa condotta di acque reflue, del diametro di un metro e 20 centimetri, collegata al depuratore di via Raiale all’incrocio con via Fiora, per una lunghezza di circa 150 metri. La tubazione correva all’esterno, di fianco all’asse attrezzato, e i pilastri di sostegno sono stati spazzati via uno dopo l’altro come birilli. «Fortuna ha voluto che sia successo nella notte tra Pasqua e Pasquetta, cioè sotto le feste, altrimenti ci sarebbe scappato il morto perché in quel tratto di via Raiale, molto trafficato, sono spesso parcheggiate molte vetture» ha commentato un residente. «Fosse accaduto al cambio di turno alla vicina Fater sarebbe stato un disastro» ha aggiunto un operaio.
L’incidente è avvenuto poco dopo le 23 di domenica e sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco, come pure vigili urbani e agenti della Polizia stradale. L’asse attrezzato è rimasto aperto con una sola corsia di sorpasso in direzione di Pescara ed è stata chiusa al traffico via Raiale, inondata dalle acque putride che erano all’interno della tubazione. Complice l’acquazzone, la pressione nella condotta era molto forte e la rottura ha avuto l’effetto di un’esplosione annunciata da un boato e avvertita da tutto il vicinato. In un attimo un odore nauseabondo ha reso l’aria irrespirabile in quella zona. La Prefettura si è mobilitata e ha contattato il Comune per disporre transenne. Sollecitato anche l’intervento dei tecnici dell’Aca per la messa in sicurezza della condotta. Ma a preoccupare maggiormente era la situazione sul sovrastante asse attrezzato, con mezza corsia divorata dalla frana e dunque motivo di grande pericolo per le auto di passaggio a grande velocità. Non è finita: sotto quel terrapieno corre anche una tubazione di gas metano della Snam, motivo di preoccupazione in più per quello che avrebbe potuto essere e per quello che dovrà essere fatto.
Un incidente inatteso ma non imprevedibile, anzi. «Da giorni avevamo notato una crepa nel muro di contenimento sotto l’asse attrezzato - ha detto un residente - e alla fine il disastro si è puntualmente verificato. Gli operai dell’Anas avevano provveduto a rattoppare l’asfalto senza però intervenire per rafforzare la fiancata sottostante che, come i residenti avevano osservato, presentava allarmanti segni di cedimento. Un dettaglio importante, questo, che con ogni probabilità - beninteso se confermato e supportato da prove - sarà tirato in ballo nella battaglia legale che s’annuncia sin d’ora con le richieste di risarcimento danni.