La carenza di fermate dei treni a lunga percorrenza rappresenta un problema sentito non solo a Giulianova. Abbiamo provato a capire cosa accade nella vicina San Benedetto del Tronto assieme al professor Archimede Forcellese, autore di un'analisi molto apprezzata che ha permesso di stereotipare la situazione della stazione di Giulianova, presentata il 7 marzo al Convegno dedicato proprio allo scalo ferroviario. «Premettiamo che i treni Frecciabianca lungo la direttrice Adriatica - dichiara Archimede Forcellese - sono complessivamente venti nei due sensi di marcia. Se a Giulianova non è prevista alcuna fermata, nella vicina San Benedetto del Tronto sono quattro le fermate, due per ciascun senso di marcia. La stazione della città marchigiana a dicembre 2011 aveva subito la stessa sorte della nostra, con il taglio di tutte le fermate dei treni a lunga percorrenza. Poi, grazie anche all' intervento del presidente della Regione Marche, dall'estate 2012 sono state ripristinate le attuali fermate».
STAZIONE DI RIFERIMENTO. Ma anche a San Benedetto c'è una specie di "rivoluzione" dal momento che un po' tutti, dai pendolari alle forze politiche, dalle associazioni degli imprenditori a quelle degli operatori turistici, ritengono che la carenza di fermate rappresenti un freno allo sviluppo turistico del Piceno. E lamentano il differente trattamento ricevuto rispetto alla stazione di Pesaro, dove sosta il 100% dei Frecciabianca. Volendo ironizzare, in Abruzzo Trenitalia è stata «più equa» dal momento che, per non far nascere contenziosi tra i vari territori, ha pensato bene di mettere Giulianova e Vasto allo stesso livello escludendole dal circuito dei Frecciabianca. Se le motivazioni addotte dall'Ascolano sono condivisibili, esse valgono a maggior ragione per il Teramano. «È esattamente così- continua Forcellese- dal momento che Giulianova rappresenta la stazione di riferimento di un territorio, quello della Provincia di Teramo, ancor più popoloso di quello della Provincia di Ascoli Piceno. E il comprensorio turistico rappresentato dai comuni costieri del Teramano è il più grande dell'Adriatico centrale». Ma allora il convegno sul rilancio della stazione di Giulianova non è servito a nulla? «Tutt'altro - conclude Forcellese - ha consentito di sensibilizzare ancor più l'opinione pubblica.Ora sappiamo che la nostra provincia è fortemente penalizzata e che dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, al di là degli steccati politici, se vogliamo che alla nostra stazione sia restituito il ruolo centrale che merita».