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Pescara, 24/11/2024
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Data: 09/04/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Il crollo annunciato. Asse franato, l’Aca pronta a chiedere i danni all’Anas

PESCARA L’Aca, e di conseguenza, anche il Comune di Pescara, è pronta a chiedere i danni all’Anas, la società che gestisce l’Asse attrezzato franato per 100 metri e crollato sui via Raiale trascinando anche la condotta fognaria del depuratore. Si annuncia battaglia tra la società autostradale e l’Aca che gestisce la condotta crollata di proprietà del Comune mentre il motivo del cedimento non è ancora chiaro e probabilmente sarà la procura a intervenire chiarendo – nel caso in cui venissero ravvisate – eventuali responsabilità e ipotesi di reato. Ma, al momento, ci sono solo le voci di parte perché da un lato l’Aca presieduta da Enzo Di Baldassarre deve ancora calcolare il danno che dice di aver subito – «ci tuteleremo in ogni modo», dice Di Baldassarre – e dall’altro l’Anas, attraverso il capo compartimento dell’Abruzzo Lelio Russo, inizia il rimpallo affermando che «non è da escludere che la turbolenza e la gran quantità d’acqua trasportata dalla condotta ancorata al muro in occasione delle piogge abbiano prodotto sollecitazioni anomale». Più di cento metri di Asse attrezzato sono franati domenica scorsa intorno alle 23: una tragedia sfiorata perché il caso ha voluto che quella crepa si aprisse di notte e in un giorno festivo. Perché la strada è sprofondata? Al momento c’è la comunicazione di servizio stilata dai vigili del fuoco intervenuti sul posto domenica notte mentre il controllo di quel tratto di strada è affidato alla polizia stradale. Nel rapporto dei vigili del fuoco sono stati individuati alcuni punti di quello che è accaduto come l’abbassamento dell’Asse attrezzato nel tratto in cui corre il muro disegnato dai writers e distrutto e quel terreno trovato imbevuto d’acqua e diventato troppo pesante. Ma sarà la procura a ripercorrere la cronistoria di quello che è accaduto e a sciogliere i motivi del cedimento che, al momento, restano solo ipotesi come la pioggia caduta abbondante non solo all’inizio di marzo ma anche nei mesi, e forse, negli anni precedenti. «Un disastro», dice il presidente dell’Aca i cui operai insieme al Comune stanno continuando a lavorare giorno e notte mentre l’Anas ripercorre la storia di quel tratto stradale così importante per i collegamenti. «La corsia di accelerazione è stata realizzata dall’Anas negli anni Novanta», spiega in una nota, «mentre il rilevato stradale del raccordo autostradale era stato già precedentemente costruito dal Consorzio Industriale per lo sviluppo della val Pescara. Invece, la realizzazione della condotta in acciaio (gestita dall’Aca e di proprietà del Comune), fissata al muro di sottoscarpa, è stata autorizzata il 16 aprile 2003». Secondo la società che gestisce l’Asse attrezzato «il personale dell’Anas, dopo le incessanti piogge degli ultimi mesi e avendo rilevato una fessurazione della pavimentazione era intervenuto recentemente con un intervento di asfalto a freddo per evitare infiltrazioni e, in questa occasione, in seguito a un accertamento visivo non era stata notata alcuna anomalia del muro». Eppure, dopo l’ondata di maltempo dei primi di marzo sul manto stradale si erano aperte buche nell’asfalto. L’Anas dice quindi di non aver ravvisato nessuna «anomalia» e aggiunge che «non è da escludere che la turbolenza e la gran quantità d’acqua trasportata dalla condotta ancorata al muro in occasione delle piogge abbiano prodotto sollecitazioni orizzontali e anomale al muro stesso che non ha sopportato tale spinta determinandone il ribaltamento». Resta da chiarire, così, quello che è accaduto domenica notte e su cui interviene anche il Comitato no rifiuti a Fosso Grande. «Non possiamo accettare le dichiarazioni “soporifere” del sindaco», dice Alessio di Pasquale, segretario del comitato. «Chiediamo alla procura di accertare le responsabilità sia del crollo della struttura che dell'inquinamento del fiume e del mare».

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