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Data: 10/04/2015
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Punti nascita: maggioranza sconfitta, passa risoluzione che blocca chiusura

L'AQUILA - La maggioranza di centrosinistra va sotto sui punti nascita: il Consiglio regionale ha approvato la risoluzione urgente presentata dalle opposizioni con la quale si invita il presidente della Giunta e commissario ad acta della Sanità, Luciano D'Alfonso, a mantenere aperti i punti nascita di Sulmona, Ortona, Atri e Penne la cui chiusura è sancita dal decreto dello stesso commissario, e garantire la sicurezza per neonati e donne con iniziative specifiche, e contestualmente a sospendere e riesaminare il decreto di chiusura.

I consiglieri di maggioranza che hanno votato con le opposizioni di centrodestra e del M5s sono Andrea Gerosolimo e Mario Olivieri (Abruzzo civico) e Luciano Monticelli e Pierpaolo Pietrucci (Partito democratico).

Sui 31 votanti, 17 hanno votato a favore e 14 contro. I voti contrari di D'Alfonso e di Paolucci sono stati salutati dai fischi.

La votazione nominale si è svolta in un clima da stadio, alimentato dal tifo delle decine di amministratori che affollavano l'aula consiliare.

L'approvazione è stata salutata da un lungo applauso. Al termine della votazione ha preso la parola il consigliere regionale del Pd, nonché sottosegretario alla presidenza della Giunta, Camillo D'Alessandro, il quale, spesso interrotto dai fischi, ha sottolineato che "la verità verrà a galla".

"Il confronto, le cariche di demagogia, la democrazia e le contestazioni nascono dalla difesa dell'esistente e da incomprensioni - ha spiegato D'Alessandro - Essere riformisti significa essere coraggiosi".

D'Alessandro ha rivendicato come il precedente governo di centrodestra, con l'allora presidente, Gianni Chiodi, pur avendo attivato l'iter per la chiusura dei punti nascita, non avesse firmato il decreto.

Monticelli e Gerosolimo, intervenendo in aula, hanno sottolineato di aver votato contro la coalizione per coscienza spiegando di aver più volte sollecitato D'Alfonso e l'assessore alla Sanità, Paolucci, ad attenzionare più profondamente la tematica. Pietrucci, che non è intervenuto, ha sostenuto la stessa tesi.

Dopo il capitombolo del centrosinistra e la conseguente bagarre, l’assemblea ha approvato anche una seconda risoluzione, stavolta proposta dalla maggioranza, che chiede al commissario di riconsiderare i criteri che hanno portato alla decisione di chiudere i punti nascita degli stessi ospedali. In questo caso 18 i consiglieri che hanno votato a favore, 13 quelli contrari.

Il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, ha dovuto spesso invitare i sindaci al rispetto e quindi a non interrompere gli interventi dei consiglieri regionali.

La debacle non è passata inosservata nella coalizione di centrosinistra. Il presidente D'Alfonso, visibilmente deluso e contrariato dal voto, ha immediatamente riunito i consiglieri di maggioranza e gli assessori per fare il punto della situazione alla luce dell'esito nefasto.
L'INVASIONE DELL'EMICICLO

Momenti di tensione all'Aquila all'esterno di palazzo dell'Emiciclo, sede del Consiglio regionale.

Circa 1.200 manifestanti sono giunti all'Aquila per protestare contro la chiusura dei quattro punti nascita di Sulmona, Ortona, Atri e Penne, rumoreggiando e lanciando dure accuse all'assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci e a tutti gli amministratori regionali.

I manifestanti si sono arrampicati sulla recinzione e sul cancello di entrata controllati dalle forze dell'ordine in assetto antisommossa.

Tra gli insorti, striscioni, fischietti, megafoni, t-shirt con su scritto il numero di coda del codice fiscale dei nati a Sulmona.

Tra i partecipanti anche rappresentanti della Confesercenti, sindacati e comitati spontanei. Presenti i sindaci di Pratola Peligna, Corfinio, Anversa degli Abruzzi, Introdacqua e alcuni amministratori di Campo di Giove.

Sono sette i pullman partiti in mattinata da Sulmona per consentire di mettere in atto la protesta. Sei sono partiti a scaglioni dalle 12 in poi mentre il settimo alle 13.30 a disposizione degli studenti che a quell'ora sono usciti da scuola.

Circa 300 persone hanno superato i cancelli e sono arrivati a pochi metri dall'entrata dell'aula consiliare.

I manifestanti, muniti di bandiere e trombe, hanno nuovamente attaccato con slogan molto duri la maggioranza di centrosinistra e in particolare l'assessore Paolucci.

Ad alimentare la protesta è soprattutto la rappresentanza di Sulmona. Tra gli slogan intonati "Ci vediamo a mezzanotte".

Alcuni manifestanti hanno sottolineato che i cancelli non sono stati forzati, ma che qualcuno li ha aperti per farli entrare.

A tenere seppure con difficoltà i manifestanti che hanno sottolineato, peraltro, di voler protestare pacificamente, è stato un cordone di poliziotti in tenuta antisommossa che, rispetto alle ore precedenti, è stato rafforzato.

È stato necessario l'intervento del sindaco di Sulmona, Giuseppe Ranalli, per convincere i manifestanti a uscire dai cancelli del Palazzo dell'Emiciclo.

In un primo momento non volevano sentire ragioni, ma dopo che il sindaco ha detto che la risoluzione per salvare il punto nascita di Sulmona non sarebbe stata esaminata e quindi votata se loro non avessero lasciato il cortile antistante l'aula consiliare, i manifestanti hanno deciso di ripiegare ascoltando le parole del primo cittadino.

Le oltre 500 persone che compongono il presidio sono rimaste asserragliate fuori dai cancelli in attesa dell'esito.
LA DISCUSSIONE IN AULA E LE SEI RISOLUZIONI

La discussione non era iscritta all'ordine del giorno. In un clima di tensione il presidente del Consiglio, Giuseppe Di Pangrazio, ha aperto la seduta ordinaria e ha chiesto un minuto di tempo perché venisse autorizzato l'ingresso di una delegazione di amministratori del Comune di Sulmona (L'Aquila) che in gran numero sta protestando dietro i cancelli di Palazzo dell'Emiciclo.

In Aula c'erano anche molti amministratori degli altri Comuni che devono essere chiusi secondo il decreto del presidente della Giunta regionale e commissario ad acta, Luciano D'Alfonso.

La discussione comunque rischia di essere sterile perché la chiusura dei punti nascita è alla base dell'accordo di ieri a Roma tra l'assessore Paolucci e il governo per far uscire l'Abruzzo entro ottobre dal commissariamento per i debiti sulla sanità sancito nel 2008.

In prima battuta la seduta è stata aggiornata per permettere alla conferenza dei capigruppo di trovare un'intesa sulle sei risoluzione presentate, di cui tre nello scorso Consiglio e tre, da poco, dai grillini che peraltro hanno firmato anche quella insieme alle opposizioni di centrodestra.

La proposta è stata fatta dalla maggioranza di centrosinistra per bocca del consigliere regionale del Pd Camillo D'Alessandro, sottosegretario alla Presidenza.

Il centrodestra aveva chiesto subito la discussione in aula nella consapevolezza delle serie difficoltà di trovare una sintesi.

La sicurezza ha fatto entrare in aula una delegazione di amministratori della Valle Peligna come chiesto dal presidente del Consiglio Di Pangrazio e dal consigliere di Forza Italia Mauro Febbo "per cercare di calmare le 2000 persone che sono fuori dai cancelli di palazzo".
LE REAZIONI

FORZA ITALIA: OTTENUTO GRANDE RISULTATO CON LA SOSPENSIONE DELLA CHIISURA

“Un grande risultato conquistato dall’opposizione, da Forza Italia e dal centrodestra con il sostegno dei 5 stelle che per questo hanno lavorato da mesi con determinazione e convinzione. Un successo straordinario del territorio, oggi così ben rappresentato dalle numerose fasce tricolori presenti all’Aquila, che abbiamo voluto difendere e tutelare”, il commento dei consiglieri di Forza Italia.

"L’approvazione della risoluzione sui Punti nascite, presentata nel corso della seduta straordinaria del Consiglio regionale sottoscritta da Ncd, Abruzzo Futuro e Movimento 5 stelle e condivisa da 4 colleghi della maggioranza che “hanno mostrato grande senso di responsabilità”. “Il documento approvato – prosegue la nota del gruppo di Forza Italia - impegna il presidente e commissario ad acta D’Alfonso a mantenere i reparti di ostetricia e ginecologia di Sulmona, atri, Ortona e Penne, i cosiddetti Punti Nascita, attivi assicurando ogni iniziativa per garantire sempre maggior sicurezza dei nascituri e delle madri e soprattutto a sospendere e ritirare immediatamente il Decreto Commissariale 10/2015, che disponeva la chiusura delle 4 strutture.

“Siamo riusciti quindi a scongiurare la chiusura dei Punti nascita - sottolineano i consiglieri di Forza Italia - e abbiamo ottenuto, anche sulla scorta delle dichiarazioni del ministro Lorenzin che ha ammesso come una deroga si potesse dare, che si proceda ad un’analisi più approfondita prima di prendere qualsiasi decisione che rischierebbe di danneggiare oltremodo i nostri territori. A supporto delle nostre tesi, come le evidenti e oggettive motivazioni orografiche, al numero dei parti (500 all’anno), sono arrivate le recenti dichiarazioni dell’Arcivescovo di Lanciano-Ortona, Sua Eccellenza Emidio Cipollone, che in una nota ha invitato la classe politica regionale a impegnarsi per difendere il territorio regionale e chi lo abita: anche oggi con orgoglio lo abbiamo fatto. Ora la palla passa all’Assessore e al Commissario che devono attenersi a quanto indicato dal Consiglio regionale”.

PAGANO (FI), "MAGGIORANZA INCAPACE DI GOVERNARE REGIONE"

"Sul primo punto importante della legislatura, la maggioranza di centrosinistra del presidente Luciano D'Alfonso si è sciolta come neve al sole. Deflagrata. Il centrosinistra e D'Alfonso volevano cambiare l'Abruzzo, invece hanno dimostrato di non essere all'altezza di governare una regione. Sono preoccupato", le parole del presidente regionale di Forza Italia, Nazario Pagano.

M5S: LA MAGGIORANZA DI D’ALFONSO CADE SUI PUNTI NASCITA

“Esprimiamo piena soddisfazione per questo risultato - commentano i consiglieri del Movimento Cinuque Stelle - la presenza dei cittadini all’interno della regione da buoni frutti. Questa vittoria” sottolineano “ non si limita solo alla salvaguardia delle quattro mura di un reparto nascite, ma è un simbolo per la tutela del diritto di nascita nella propria terra”.

"Ancora rimane il dubbio, però, sull'utilità di approvare una seconda Risoluzione presentata dalla maggioranza sostanzialmente contenuta nella prima", concludono.

MONTICELLI, ''

“Ho votato per la sospensione del decreto. L’ho fatto perché non posso permettere un ulteriore taglio a un ospedale che a causa della politica ha già pagato un caro prezzo”, ha dichiarato Luciano Monticelli, presidente della IV Commissione Consiliare Politiche Europee.

"In realtà - si legge in una nota - la maggioranza a cui lo stesso Monticelli appartiene aveva proposto, durante l’assise, il riesame del decreto in questione. Ciononostante, il consigliere ha preferito votare “per la sospensione per dare forza a quanto ho sempre sostenuto. Gli ospedali coinvolti avrebbero subito una perdita troppo grande, soprattutto perché esistono mezzi differenti con i quali la Regione può ottimizzare le risorse economiche senza per questo essere costretta a chiudere reparti di vitale importanza”.

Il riferimento del presidente della IV Commissione Consiliare è con evidenza il nosocomio di Atri, dove, come lo stesso Monticelli ha più volte sottolineato, il punto nascita ha superato il tetto previsto dal decreto. “Non solo – ribatte il consigliere – Non dobbiamo dimenticare che il reparto costituisce un importante tassello per la vitalità di un territorio che, con la sua chiusura, assisterebbe soltanto a una ‘fuga’ di mamme, che alla nostra provincia preferirebbero l’ospedale di Pescara, peraltro già fortemente in sovrannumero”.

Da qui la decisione di Monticelli di votare per la sospensione del decreto. “Ho votato con sofferenza - ha concluso - Sono amareggiato ma ho mantenuto la coerenza. Io rappresento prima di tutto una comunità, che ci chiede di salvare un ospedale che già soffre a causa di politiche sbagliate, volte a interessi personalistici. Non voglio applausi né attacchi, ma vorrei che si rispettasse la mia amarezza”.

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