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Pescara, 24/11/2024
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11/04/2015
Il Centro
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Punti nascita "i disubbidienti" resistono. Prima votano con M5s e Fi, poi firmano il documento unitario del centrosinistra, infine ribadiscono: siamo contro i tagli |
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La strada stretta D’Alfonso e Paolucci: il Consiglio non può cambiare le decisioni di politica sanitaria di una regione commissariata
PESCARA Solo due volte nella sua ultraventennale carriera di politico e amministratore Luciano D’Alfonso si era ritrovato sconfitto da un voto dell’opposizione. Tutt’e due da sindaco di Pescara: la prima volta per un voto sulle coppie di fatto, l’altra per un voto sui serbatoi Di Properzio. Si capisce allora che lo scivolone di giovedì sulla risoluzione di centrodestra e M5s (col voto favorevole dai consiglieri di maggioranza Pierpaolo Pietrucci e Luciano Monticelli del Pd e Mario Olivieri e Andrea Gerosolimo di Abruzzo Civico) contro la chiusura dei punti nascita di Sulmona, Ortona, Atri e Penne, abbia alterato non poco l’umore del governatore e commissario ad acta della sanità. E magari lo abbia fatto riflettere sulla composizione del consiglio a 31 membri (con un solo assessore esterno), così come definita dal nuovo statuto, che come previsto produce maggioranze risicate e instabili. Ieri D’Alfonso ha provato a mettere una pezza allo strappo della sua maggioranza e in parte ci è riuscito facendo approvare subito dopo la chiusura della seduta un documento, firmato anche dai consiglieri “disubbidienti”, nel quale si dice molto sul commissariamento («dobbiamo uscirne definitivamente» e «proporre un nuovo Patto della Salute fondato sul trasferimento di risorse e servizi sui territori, dall'ospedalizzazione alla medicina sul territorio. Indietro non si torna».) senza affrontare l’essenziale dello strappo, cioè la chiusura dei punti nascita. Ognuno nella maggioranza è infatti rimasto sulle sue posizioni. Tanto è vero che ieri Monticelli ha voluto precisare ancora la sua sul documento: «Si tratta di un discorso interno, appoggiato peraltro anche da parte di coloro che hanno votato a favore dell'opposizione, dunque contro la chiusura dei punti nascita in questione. Nulla in comune, pertanto, con il decreto oggetto della diatriba interna alla stessa maggioranza. Per ciò che concerne i punti nascita saremo a lavoro già da domani». E mentre Giulio Borrelli conferma la posizione dei due consiglieri di Abruzzo Civico (vedi intervista di lato), l’altro Pd Pietrucci spiega il suo voto senza fare passi indietro: «Il mio obiettivo è quello di aprire i riflettori in particolare sulla delicata situazione di Sulmona, del suo punto nascita, che ritengo vada salvaguardato perché va considerato diverso dagli altri sottoposti a chiusura». A nulla dunque sono valse le spiegazioni, nella riunione serale di giovedì, dell’assessore Silvio Paolucci e dello stesso D’Alfonso sul fatto che la sanità di una regione commissariata non sia nella disponibilità del consiglio regionale (tanto è vero che il governo ha impugnato da sette anni a questa parte tutte le leggi regionali sulla sanità). «Stiamo uscendo dal commissariamento» hanno detto Paolucci e D’Alfonso, «ma posizioni come queste ci farebbero rientrare subito e questa volta con un commissario romano». Il consiglio dunque non può mettere becco, può certamente discutere ma non decidere, hanno ricordato l’assessore e il commissario, difendendo anche il merito delle scelte, e cioè il principio di sicurezza all’origine delle chiusure previste. Il sentiero è dunque stretto per tutti. Anche l’estremo gesto di una sfiducia al presidente, accarezzato dai 5 Stelle, avrebbe solo l’effetto di mandare il Consiglio a casa per rieleggerne uno nuovo. Con un commissario nominato direttamente dal ministro Lorenzin.
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