Finisce con il presidente della Regione Luciano D’Alfonso scortato fuori da palazzo San Francesco dalle forze dell’ordine e la sua auto caricata a calci e pugni, tra grida di «vergogna» e insulti. La pazienza dei sulmonesi è finita quando dopo un dibattito durato ore nell’aula consiliare occupata, D’Alfonso ha spiegato che lui per il Punto Nascita di Sulmona non può fare niente, perché è un commissario che rischia il commissariamento se non ottempera alle linee ministeriali. «Entro dieci giorni però vi prometto -ha detto il presidente - che convocherò a Sulmona una giunta tematica sulla sanità, aperta alle istituzioni locali e alle rappresentanze cittadine, e nella quale metteremo in campo azioni concrete per potenziare l’ospedale di Sulmona e dargli un ruolo nell’organizzazione sanitaria regionale». LA PLATEA Alla folta platea accorsa a palazzo seguendo le sirene della scorta, non basta: D’Alfonso viene fermato all’ingresso, poi costretto a uscire da un’uscita secondaria. Eppure con coraggio il presidente aveva affrontato i manifestanti davanti all’hotel Meeting dove si era recato per un convegno e qui aveva assicurato una visita a palazzo per ascoltare e spiegare. Le risposte che la cittadinanza si aspettava, però, anche alla luce della doppia risoluzione approvata giovedì in consiglio regionale, non sono state neanche possibiliste. «Dobbiamo uscire dal commissariamento, fino ad allora non abbiamo alcun potere» ha ribadito D’Alfonso. «Non è vero - ribattono dal comitato - è venuto qui a prenderci in giro, anche il ministro ha detto che ci sono possibilità di deroghe e che dipende dalla Regione decidere quali. E il Centro Abruzzo può e deve usufruire della deroga ai 500 parti, perché l’alternativa è la lenta morte del territorio e l’impossibilità di accedere ai servizi sanitari essenziali per via della difficile orografia territoriale». LA FOLLA La tensione non sfuma neanche dopo la partenza a sirene spiegate dell’auto presidenziale: davanti palazzo San Francesco si assembra una folla di gente, arrabbiata, delusa, decisa a non mollare. Il Punto Nascita è il simbolo della lotta, «la madre di tutte le battaglie» spiegano in aula al presidente. «Siamo stati spoliati per anni di uffici, risorse, strutture e competenze, pretendiamo che a Sulmona si possa continuare a vivere, non vogliamo emigrare come stanno già facendo i nostri figli ». «Io amo Sulmona - cerca di rabbonire la folla D'Alfonso - voglio poter passeggiare in questa città guardandovi tutti negli occhi e con la serenità di averla fatta crescere». Ma questo, per li momento, non sembra possibile, non fino a quando il presidente sarà anche il commissario.