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Data: 13/04/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Ranalli attacca D’Alfonso: è stata una pulcinellata. Gerosolimo: il presidente non mi ha avvisato del suo arrivo

SULMONA «È stata una Pulcinellata. Venire a Sulmona in quel modo, senza rispetto delle istituzioni è stato sbagliato e avventato». Ci voleva una sommossa popolare per far alzare i toni al sindaco Peppino Ranalli, grande assente durante l'assemblea in aula consiliare di sabato, da cui il governatore-commissario Luciano D'Alfonso è dovuto uscire scortato da un cordone di forze dell'ordine. Anche se, nel frattempo, è ufficiale la chiusura del reparto dal 30 giugno, come disposto dal piano di rientro del deficit sanitario. «Un comportamento che va condannato come vanno condannati gli atteggiamenti di violenza messi in atto da alcuni componenti del comitato contro la chiusura del punto nascita di Sulmona», aggiunge il sindaco, «noi in Comune non sapevamo nulla e sfidare in quel modo la folla, ribadendo che il punto nascita sarà chiuso, è stato molto pericoloso. Noi, però, non molliamo e lotteremo fino alla fine perché il punto nascita di Sulmona sia salvato così come il nostro ospedale». La rabbia del Centro Abruzzo, esplosa contro il presidente-commissario, riarma dunque la battaglia in difesa del punto nascita. Il presidio dell’aula consiliare, partito dal 27 marzo scorso continua a oltranza, con l’apporto da oggi del Movimento 5 Stelle. I grillini ogni lunedì occuperanno per 24 ore palazzo San Francesco. Nel frattempo, anche lo Jamm’ mò 2.0 organizzato con un tam tam sulla rete, inizia ad avere le sue conseguenze politiche. Non è passata inosservata, ad esempio, l’assenza del consigliere regionale sulmonese Andrea Gerosolimo, durante il partecipato incontro in Comune con D’Alfonso, che è poi sfociato in una vera e propria rivolta di piazza. «Io non sono stato chiamato dal mio presidente per raggiungerlo», spiega Gerosolimo, «e ciò la dice lunga sui nostri rapporti attuali. Quello che resta, però, come punto fermo è che la maggioranza non è d’accordo sul taglio dei punti nascita. È da qui e dalle risoluzioni approvate in aula che si deve ripartire». Preferiscono non sbilanciarsi su quanto accaduto in Comune anche i rappresentanti della maggioranza consiliare, che erano presenti e che hanno visto coi loro occhi la folla prima bloccare l’uscita a D’Alfonso (scortato da un cordone di forze dell'ordine) e poi la rincorsa giù per le scale, fra insulti e calci tirati alla sua auto in fuga. «La gente si aspettava rassicurazioni chiare sul punto nascita», commenta il consigliere dem Alessio Di Masci, «tuttavia non è stato detto che chiuderà. Ma va trovato un compromesso fra l’uscita dal commissariamento e la salvezza del reparto. Noi restiamo convinti della necessità di continuare nel solco istituzionale, già tracciato dal sindaco». «D’Alfonso non si è sottratto al confronto», aggiunge il vice sindaco Luisa Taglieri, «certo non ci ha detto nulla di nuovo e per noi resta determinante la salvezza del punto nascita e dell’ospedale nella sua interezza». Da oggi, dopo la staffetta con Sbic, sarà la volta di quella coi 5 Stelle. L'occupazione continua e la lotta si fa più serrata, come annunciato dal sindaco. D'Alfonso è avvisato.

Il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso scansa le polemiche. «Siamo tenuti ad andare avanti se vogliamo uscire dal commissariamento», osserva, «l’istuto della deroga non è nella disponibilità della Regione». Tutto chiuso? «Vogliamo studiare alcune particolarità territoriali chiedendo aiuto alla Agenas agenzia nazionale sanitaria e questa è la volontà di non tralasciare nulla, di approfondire ogni elemento compreso che ciò che nel territorio abruzzese è complesso e complicato». D’Alfonso non appare stupito dall’accoglienza ricevuta a Sulmona: «Non sono meravigliato della reazione della gente vista la delicatezza dell’argomento. I toni vengono esasperati anche da alcune iniziative politiche, ma va bene, la democrazia è fatta anche di questo. Io sono pronto al confronto e ad ascoltare, ma certo ci sono gli impegni, le leggi, gli standard di cui devo tenere conto e anche la funzione che ho come commissario. Vogliamo mettere in sicurezza i percorsi nascita d’Abruzzo facendo in modo che ciascuno possa dare luogo a nuova vita in sicurezza».

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