PESCARA Sia l’Arpa sia la Gtm soffrono di una cronica evasione tariffaria cresciuta anche in corrispondenza dei tempi difficili, come ricorda il presidente della Gtm Michele Russo. «L’evasione è aumentata in coincidenza della crisi economica», spiega Russo, «e abbiamo cercato di contrastare il fenomeno permettendo di fare il biglietto a bordo ma poi le macchinette sono state sabotate». Su circa 5 milioni di euro la Gtm ha un’evasione tariffaria del 20%-25% come spiega il direttore generale della Gtm Maximilian Di Pasquale. «Percentuali in linea», aggiunge, «con quelle nazionali e legate in molti casi all’evasione di necessità, ovvero alla crisi e all’impossibilità economica di poter pagare il biglietto». Uno su 5, quindi, sale sull’autobus senza pagare il biglietto mentre i cosiddetti “verificatori” sono 12 alla Gtm e lavorano a rotazione alternandosi con gli autisti. «Il problema riguarda anche gli strumenti normativi che noi abbiamo per identificare le persone», spiega Di Pasquale, «perché in realtà i verificatori non hanno reali poteri di fronte al viaggiatore che non vuole dare il documento». L’evasione riguarda sia la società che gestisce gli autobus cittadini, ovvero la Gtm, ma anche l’Arpa presieduta da Luciano D’Amico la cui percentuale di evasione è simile a quella della Gtm: sempre un 20 per cento su 36 milioni di euro di biglietti. A ricordare il dato è anche l’avvocato di Da Fermo, Roberta Costarella, che spiega che in un contesto «di una progressiva riduzione dei trasferimenti dei contributi dallo Stato alle Regioni diventa ancora più urgente recuperare l'evasione che dall’azienda».