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Pescara, 24/11/2024
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Data: 15/04/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Partecipate, spunta la chiusura sotto i 100 mila euro

ROMA Riparte la riforma della Pubblica amministrazione. Oggi il testo arriverà in aula al Senato, dopo che per diversi giorni è rimasto bloccato in commissione bilancio per un braccio di ferro su alcune norme che, secondo il parere della Ragioneria, non avevano sufficiente copertura finanziaria. Ieri molti nodi sono stati sciolti e già questa mattina la commissione potrebbe dare il suo disco verde al testo da votare in aula. Un punto delicato della delega ha passato indenne le Forche caudine delle «compatibilità finanziarie». Si tratta del pacchetto per la razionalizzazione delle società controllate da Comuni e Regioni, uno degli snodi centrali della spending review del governo. Nonostante alcune perplessità della Commissione bilancio, soprattutto sulla parte che riconosce incentivi alle amministrazioni che aggregano o privatizzano i servizi pubblici locali, la Ragioneria dello Stato non ha riscontrato particolari problemi per l’impianto della riforma che prevede tra le altre cose la possibilità di commissariamento per le società controllate da Comuni e Regioni che hanno bilanci in rosso. Non solo. Tra gli 800 emendamenti che sono stati presentati in aula a Palazzo Madama sulla riforma della pubblica amministrazione, ce n’è uno firmato dalla senatrice ex Scelta Civica ed ora passata al Pd, Linda Lanzillotta, che prevede la chiusura di tutte le partecipate che fatturanomeno di 100 mila euro. Una norma portata avanti anche da ampi pezzi del Pd provenienti dalle fila dell’ex formazione montiana. Le norme sulle partecipate sono considerate importanti dal governo. Dalla razionalizzazione delle società, secondo le stime che erano state fatte dall’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, potrebbero arrivare fino a 3miliardi di euro di risparmi. La legge di stabilità aveva già previsto che i Comuni procedessero ad una prima scrematura della giungla delle partecipate, presentando dei piani di risparmio entro lo scorso 31 marzo. Ma solo in pochi lo hanno fatto.
LE NORME A RISCHIO Su altre parti del testo la Ragioneria ha invece avanzato dei dubbi. Durante le scorse sedute della commissione Bilancio, il viceministro dell'Economia, EnricoMorando, aveva spiegato che «gli emendamenti su cui non sia stato espresso un parere favorevole da parte della commissione Bilancio dovrebbero essere considerati inammissibili». E per questo alcune delle modifiche a firma del relatore Giorgio Pagliari sarebbero a rischio. Tra queste, ricorda l’agenzia di stampa Public policy, la norma che salva per tre anni le funzioni dei segretari comunali (figura per cui si prevede la soppressione); l'inclusione dei dirigenti delle Camere di commercio nel ruolo unico dei dirigenti dello Stato; lamodifica della norma che prevede il divieto di chiamata diretta al singolo; e la possibilità di proroga degli incarichi dirigenziali durante le sostituzioni e il mantenimento della legislazione speciale sui dirigenti scolastici. Restano da capire i tempi di approvazione del provvedimento, soprattutto considerando che il prossimo 23 aprile dovrà essere discusso a Palazzo Madama il Def. Intanto 500 segretari comunali provenienti da tutta Italia si riuniranno per tre giorni a Roma per manifestare contro la riforma che prevede la soppressione del loro albo.

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