PALMOLI Espulsione immediata. Pugno di ferro della prefettura con i profughi protagonisti di una clamorosa protesta che ieri mattina ha creato grandi disagi ai pendolari del Vastesi. Quindici dei 60 immigrati ospiti del centro di accoglienza gestito dal consorzio di cooperative Matrix, hanno bloccato la circolazione sulla strada provinciale con bidoni dell’immondizia e altro materiale ingombrante. Lo stesso gruppo il giorno prima aveva dichiarato lo sciopero della fame. A causare il malcontento degli immigrati sarebbe stato il ritardo nella consegna dei documenti. «Adesso andranno via», ha fatto sapere il sindaco Giuseppe Masciulli. I profughi si trovano a Palmoli dalla scorsa estate. Dopo nove mesi ritenevano di dover ottenere l’asilo politico. Due giorni fa hanno cominciato a protestare all’interno del centro di accoglienza. Ieri all’alba sono scesi in strada e hanno bloccato la circolazione stradale. Alcuni automobilisti hanno cercato di sfondare il blocco dei manifestanti. S ono seguiti momenti di tensione. Non contenti, gli immigrati hanno cercato di bloccare anche l’autobus che passa per Lentella per accompagnare gli studenti a Vasto. Il veicolo è riuscito comunque a passare. Uno dei ragazzi ha accusato un malore. Sul posto è intervenuta un’ambulanza del servizio di emergenza sanitaria 118, gli agenti della polizia municipale e i carabinieri. Questi ultimi hanno portato gli immigrati in caserma per l'identificazione. «Di loro si occuperà la prefettura», ha spiegato il sindaco di Palmoli. Entro oggi i profughi “ribelli” saranno espulsi. La protesta iniziata alle 5 del mattino ed è andata avanti per 4 ore. Legittime le perplessità dei residenti che temono a questo punto nuove iniziative. Timore che nasce dal fatto che la protesta di ieri mattina ha un precedente. È stata, infatti, la fotocopia di un'altra manifestazione inscenata a Venafro qualche tempo fa e che ha creato nell’occasione non pochi problemi. Oggi la prefettura farà sapere quanti sono i manifestanti allontanati da Palmoli. Non è dato sapere se al loro posto arriveranno altri profughi. Inevitabili le polemiche.