ROMA Contrordine, o quasi: non ci saranno interventi per decurtare le attuali pensioni “alte” dove per “alte” si intendono quelle al di sopra dei 2 mila euro al mese. Rispondendo alla Camera ad un’interrogazione, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha fornito a nome del governo una valutazione su alcune idee espresse recentemente dal presidente dell’Inps, Tito Boeri: tra queste c’è anche la possibile riduzione dei trattamenti pensionistici relativamente più alti, allo scopo di finanziare forme di sostegno per i lavoratori di età superiore ai 55 anni che si ritrovano senza lavoro.
Ma oltre alle dichiarazioni del presidente, in queste settimane hanno attirato l’attenzione (anche del presentatore dell’interrogazione) le simulazioni apparse sul sito dell’Inps: mettendo in evidenza il fatto che in alcune gestioni previdenziali i trattamenti risultano non giustificati dai contributi versati, paiono voler preparare il terreno a successive misure di ricalcolo in base all’attuale meccanismo contributivo: tema delicato dal punto di vista giuridico oltre che di difficile gestione nei confronti dell’opinione pubblica.
Una prospettiva di questo tipo è stata negata dal ministro Poletti, che nella sua risposta ha citato esplicitamente la soglia dei 2 mila euro alludendo anche alla proposta fatta ormai oltre un anno fa dall’allora commissario alla revisione della spesa Carlo Cottarelli, che pensava appunto di introdurre qualche forma di contributo di solidarietà. Poletti lo ha escluso, ricordando la contrarietà espressa già all’epoca dallo stesso presidente del Consiglio Renzi, così come ha escluso che si arrivi ad un intervento del genere nell’ambito di una eventuale più generale revisione della previdenza, come quella che potrebbe essere attuata con la legge di Stabilità per introdurre maggiore flessibilità nell’attuale sistema.
GLI ESODATI
Il ministro ha invece confermato, ma slegandola da interventi a carico dei trattamenti in essere, la volontà di fare qualcosa per chi perde il lavoro ma non è ancora arrivato al traguardo della pensione, spostato in avanti dalla riforma Fornero: tema che si connette a quello degli esodati più volte affrontato in questi anni.
Infine, il ministro Poletti ha voluto rivendicare alla politica, governo e Parlamento, la responsabilità delle scelte in materia. Lo ha fatto lodando le competenze tecniche dell’Inps e definendo «interessanti e preziose» le elaborazioni messe a punto sul sito dell’istituto in tema di rapporto tra pensioni e contributi; ma chiarendo che queste elaborazioni saranno al servizio delle scelte politiche che spettano al legislatore.