«No» alla riduzione delle assenze dei dipendenti, «no» al taglio dei permessi sindacali a pioggia, «no» all’aumento dei turni di lavoro che avvicina il monte-ore degli autisti Atac ai loro colleghi di Milano. È una battaglia tutta di retroguardia, a difesa di vecchi privilegi da sindacalisti e assenze sregolate, quella che sembrano portare avanti i sindacati che ieri hanno proclamato sciopero. Solo due le sigle interessate: l’Ugl (per quanto riguardava bus, ferrovie regionali, metro A e B) e la Faisa-Cisal (per i bus periferici della Roma Tpl). Perché le altre organizzazioni (i confederali Cisl, Uil e Cgil) hanno tutte sottoscritto l’intesa che, a giugno dello scorso anno, ha riformato l’organizzazione del lavoro in Atac.
BONUS RENDIMENTO
Il nuovo contratto, che premia i dipendenti più produttivi e penalizza quelli con rendimento scarso e tante assenze, finora è stato applicato a due sole categorie di lavoratori: amministrativi e personale «IV Area», ovvero controllori e bigliettai. «Ma è proprio grazie a questa intesa - ha spiegato ieri l’assessore alla Mobilità, Guido Improta - che ben 1.608 dipendenti su 2.321 addetti interessati dall’accordo hanno percepito, su base semestrale, più soldi perché hanno lavorato di più e fatto meno assenze». Ecco perché l’assessore ieri ha parlato dello sciopero come di un «blitz contro il cambiamento», dal momento che «è legittimo che qualcuno non voglia questo tipo di accordi. Ma noi pensiamo che proseguendo su questa strada stiamo facendo gli interessi dell’azienda e dei cittadini».
LEGGE 104
L’accordo, dopo gli amministrativi e i controllori, nelle prossime settimane sarà esteso anche ai macchinisti. Da qui è nato lo sciopero che ieri ha mandato Roma in tilt. «La riorganizzazione economica - protesta Valentina Iori dell’Ugl - prevede che in caso di assenze quota parte del salario venga decurtata in busta paga. E assenze vengono considerate anche malattie, congedi parentali, donazioni sangue, la 104 di secondo livello». Ma la linea del Campidoglio è chiara: chi lavora di più, guadagnerà di più. E i primi risultati sulle nuove modalità di erogazione degli stipendi - ha illustrato ieri Improta - hanno dimostrato che i due terzi dei lavoratori in busta paga hanno avuto un aumento.
I TURNI
L’accordo ha anche chiesto ai macchinisti di aumentare le ore effettive di guida e di portarle a quota 950 all’anno. Troppo poche le 736 che sono state lavorate nel 2014, considerando che gli autisti di Napoli ne lavorano 850 e i colleghi di Milano addirittura 1.200.
L’Ugl non ha firmato neanche l’accordo dello scorso febbraio - anche questo siglato invece da tutti i confederali - che dava un taglio ai permessi sindacali distribuiti a pioggia. Lo stesso Piano industriale di Atac per il quadriennio 2015-2019 collega «l’efficienza dell’esercizio» proprio alla riduzione delle agibilità sindacali: «Vanno aboliti i turni degli attivisti e ridefiniti i criteri e la quantità dei distacchi e dei permessi giornalieri», si legge nel documento.
LE LICENZE
Ecco perché il 12 febbraio si è trovata all’intesa per tagliare i permessi sindacali del 35% e di sopprimere la figura dei cosiddetti «attivisti sindacali». In questo modo oltre 150 dipendenti sono tornati a lavorare a pieno regime. In calce a quell’accordo, tanto per cambiare, la firma dell’Ugl non c’era.