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Data: 19/04/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sciopero metro, licenziamenti in arrivo. Il sindaco di Roma promette «sanzioni esemplari» contro i macchinisti che hanno modificato l’orario dell’astensione.

ROMA «Non escludo licenziamenti già da martedì». Ignazio Marino questa volta ce l’ha con chi, in Atac, ha bloccato la corsa della metropolitana prima che scattasse l’orario dello sciopero. Una mattinata di disagi infernali che il Campidoglio vuole vendicare con una guerra-lampo: domani l’inchiesta, martedì la sentenza. E cioè i licenziamenti. La minaccia del sindaco di Roma però non è nuova. Il «vi caccio» era stato già usato per altre due categorie: i vigili urbani che la notte di Capodanno si diedero in massa malati (per rivendicazioni sindacali) e, a dirla tutta, anche per gli orchestrali e i coristi del Teatro dell’Opera che la scorsa estate a colpi di agitazioni (in difesa dei privilegi) mandarono in frantumi la stagione lirica di Caracalla, i conti della fondazione lirica tanto da far dimettere il maestro Riccardo Muti.
Dalla potenza all’atto però ce ne passa. E sia i musicisti sia soprattutto i pizzardoni alla fine hanno tirato un sospiro di sollievo: i primi si sono abbassati lo stipendio e festa finita; i secondi, al centro di un caso che fece il giro del mondo, alla fine l’hanno fatta non franca ma franchissima: su 767 agenti risultati malati, solo 30 di loro pagheranno per il forfait di San Silvestro, e non certo con il posto. Il massimo della pena saranno 15 giorni di sospensione, il minimo un «ammonimento verbale». E cioè una strillata: ragazzi, non lo fate mai più. Una beffa? Sì. Forse anche per questo motivo, il Comune promette la certezza della pena per i colpevoli dell’ammutinamento della metro di venerdì scorso, frutto di «uno spirito scomposto - ha ricordato Marino al Tg1 - di affrontare una situazione che vogliamo portare alla massimi efficienza»
LE INDAGINI
L’inchiesta di Atac, da cui partiranno i dichiarati licenziamenti, è un lavoro da fare con il cucchiaio. Bisogna scavare per capire chi venerdì scorso abbia dato «lo stop» alle corse venti minuti prima delle 8.30, fascia di garanzia, concordata con i sindacati che avevano indetto lo sciopero. La conseguenza di questa scelta ha provocato le scene di isterie e rabbia che tutti hanno visto: romani appiedati e infuriati contro i macchinisti, assalto manzoniano ai convogli e la consapevolezza, tra i pendolari beffati, che alla fine non pagherà nessuno. Dalle parole di Marino però emerge il contrario. Sono già una ventina tra macchinisti, funzionari e dirigenti nel mirino dell’inchiesta interna. In particolare la stretta è sulla Dct, la Direzione centrale traffico, che ha ordinato di evacuare, a metà percorso, i treni. Una cabina di regia composta da quattro persone: un funzionario, due dipendenti e un caposervizio. E’ partito da qui l’ordine di bloccare le corse prima delle 8.30 eseguito poi da chi stava al comando dei mezzi. Ed è stato il caos, seguito da uno sciopero che in Campidoglio non riescono a capire. Ancora il sindaco Marino: «A Milano un macchinista della metro lavora oltre 1.150 ore l'anno, a Roma solo 720 ore l'anno». Ma questa discrepanza non risparmia i romani dai disagi e i dipendenti di Atac dalle proteste. E così la mente corre proprio allo scorso Capodanno quando i vigili urbani, con il fischietto tra i denti per il nuovo contratto decentrato e la rotazione anti corruzione, decisero di dare un segnale. Tutti a casa per l’ultimo dell’anno. Con valanghe di certificati medici, conditi da permessi per la legge 104 e per la donazione del sangue. Una prova di forza a cui Marino rispose per le rime tre giorni dopo: «Non escludo licenziamenti per gli agenti». E’ andata a finire un po’ diversamente: la commissione di disciplina ha indicato solo trenta agenti come responsabili dello sciopero bianco. Pagheranno con sanzioni «soft» al termine dei vari corsi e ricorsi. Succederà così anche questa volta? In Campidoglio giurano di no, niente bis. Quello che invece si appresta a portare a termine l’Autorità di garanzia sugli scioperi: per il caso dei vigili multò i sindacati per 100mila euro e ora è pronta ad aprire un nuovo procedimento contro le sigle che hanno bloccato per un’intera giornata le corse.

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