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Pescara, 24/11/2024
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Data: 21/04/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sorpresa. Alessandrini è nella top 20 d’Italia tra i sindaci più graditi. Nei capoluoghi abruzzesi tutti in calo rispetto al dato elettorale Brucchi in fondo: «Era così pure nel 2014, poi però ho vinto».

PESCARA Chi fa il mestiere più impopolare del mondo, l'occhio su quelle tabelle non vorrebbe buttarlo mai, neanche per una sbirciatina veloce. Soprattutto nell'annus horribilis dei tagli ai trasferimenti dello Stato, dei buchi di cassa dei Comuni, della riforma fiscale che ha trasformato le stanze dei sindaci in uno studio di commercialista dove i conti non tornano mai. Anche quest'anno, puntuale come la primavera, ci pensa però la classifica de Il Sole24Ore a dare la pagella ai sindaci dei capoluoghi di provincia, attraverso l'indagine a campione realizzata dalla società Ipr Marketing per conto del quotidiano economico di Confindustria. Interessante non è solo la posizione occupata nella tabella dai primi cittadini, ma anche il gradimento rispetto alla data di elezione, alchimia che consente alla politica di sguazzare alla grande nella lettura dei dati.
IL CASO ABRUZZO
Il caso Abruzzo è eloquente. Marco Alessandrini, il sindaco di Pescara, figura al 17. posto su 101 nella tabella de Il Sole24Ore e se ne rallegra: "Una posizione significativa, malgrado il periodo sia tra i più complessi per la nostra città. Questa rinnovata fiducia è il miglior propellente per guardare avanti con fiducia". Anche perché, per andare al secondo miglior risultato tra i quattro sindaci abruzzesi delle città capoluogo bisogna fare un salto al 57° posto occupato dal sindaco di Chieti, Umberto Di Primio. Dietro ancora il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che occupa la 64ma posizione, mentre quello di Teramo, Maurizio Brucchi, figura solo al 96° posto, quasi in coda alla classifica.
E IL DATO ELETTORALE
Poi c'è la questione dell'aumento e della perdita di gradimento rispetto al dato elettorale, e qui l'analisi dei dati prende un'altra piega. Alessandrini gode ancora di un gradimento altissimo (59%), ma perde 7,3 punti rispetto al 66,3 incassato alle elezioni. Quanto basta per dare subito voce alle opposizioni, con i consiglieri comunali del Ncd, Guerino Testa e Alfredo Cremonese che attaccano parlando di "bocciatura" da parte della città dopo dieci mesi di attività amministrativa. Replica il sindaco di Pescara: "Non mi sfugge il fatto che la percentuale di gradimento è diminuita rispetto al dato elettorale, ma ciò è accaduto per i tre quarti dei sindaci eletti nel 2014, a testimonianza del fatto che governare oggi, con sempre minori risorse del governo centrale e in questo clima di profonde tensioni sociali, significa mettere nel conto una inevitabile quota di impopolarità".
«LA STESSA GRADUATORIA»
Dal fondo della tabella, il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi non si straccia le vesti più di tanto: "E' la stessa classifica che lo scorso anno mi collocava all'ultimo posto. Poi ho vinto le elezioni. Per dirla con una battuta, dovrei rallegrarmi di avere scalato cinque posizioni. In realtà sono quello che perde di meno in termini di gradimento, -5,5 rispetto al -7,2 di Alessandrini, il - 8,4 di Di Primio e il - 7,7 di Cialente. Alla fine, credo sia questo quello che conta".
«SONDAGGI ININFLUENTI»
Dall'Aquila, il sindaco Massimo Cialente commenta con distacco: "Sono indagini che lasciano il tempo che trovano, confermano solo la luna di miele del primo e del secondo anno, poi le cose cambiano. Figuriamoci in una città come la mia, con tutti i casini che ho. E poi - continua Cialente - rispetto allo scorso anno sono salito di un punto e mezzo, mi sembra che vada bene, no?". Anche Di Primio vede un bicchiere molto mezzo pieno e poco mezzo vuoto alla luce del tempo storico che sta vivendo il capoluogo chietino dove tra 40 giorni si correrà per la poltrona di primo cittadino. «A 30 giorni dal voto - spiega - questa tabella è una specie di sondaggio. E, per quello che può contare, sapere di avere un gradimento sopra il 53% mette a tacere chi credeva di avere già vinto solo perchè spinto da Renzi e chi nel centrodestra aveva dei dubbi sulla mia candidatura».

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