ROMA Tito Boeri rilancia l’idea del reddito minimo per gli over 55 che perdono il lavoro e sono in condizione di povertà. E il governo apre senza lasciar cadere l’ipotesi. Dopo averne accennato nei giorni scorsi, il presidente dell’Inps è tornato ieri sul progetto che prevede un sostegno economico in favore dei disoccupati in età matura trovando orecchie attente dalle parti di palazzo Chigi. E in particolare del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. «Non credo che dare loro un trasferimento, che sarà basso - ha spiegato Boeri riferendosi appunto agli over 55 indigenti - li esponga al rischio di non mettersi in cerca di un lavoro». E questo in quanto si tratta di persone che «difficilmente trovano un nuovo impiego». Solo il 10%, secondo i calcoli dell’Inps, riesce infatti a ricollocarsi. E questo giustificherebbe la necessità di un intervento pubblico. Boeri non ha chiarito quali dovrebbero essere i requisiti per accedere a questo assegno. Ma secondo alcune indiscrezioni si starebbe ragionando su tutti coloro che sono in questa fascia di età con un reddito familiare sotto una certa soglia. Tuttavia è possibile che a fronte della carenza di risorse la platea si restringa a coloro che hanno perso il lavoro (e quindi hanno lavorato e magari hanno esaurito gli altri ammortizzatori sociali compreso l’Aspi) e che si trovano in condizione di povertà.
LA POLEMICA Nel 2014 i disoccupati sopra i 55 anni - secondo i dati Istat - erano 209 mila (230 mila se si guarda all’ultimo trimestre dell’anno) e le risorse potrebbero quindi bastare se si ipotizzasse un sussidio di circa 600 euro per 12 mesi e senza accreditare contributi figurativi (come invece avviene per la cassa integrazione e l’Aspi), ipotizzando che la grandissima maggioranza di questi disoccupati abbia un reddito sotto la soglia definita. Boeri, che ha incassato l’approvazione di Poletti («È uno dei temi che abbiamo in discussione: c’è un problema con chi è avanti con l’età e perde il lavoro. Dobbiamo trovare una soluzione e questa è interessante» ha riconosciuto il ministro), ha rivendico il diritto di poter fare delle proposte. «Non è certamente un modo di violare le regole della democrazia, come qualcuno ha sostenuto» si è difeso il numero uno dell’Inps aggiungendo che l’istituto «ha conoscenze e competenze che può mettere a servizio del Paese. Abbiamo dati che ci permettono di valutare meglio di altri le politiche fatte sin qui in Italia».
Intanto Boeri ha annunciato di aver raggiunto un accordo con le banche sui pagamenti di tutte le pensioni il primo del mese. «Adesso aspettiamo il decreto del governo che mi auguro venga varato il prima possibile» ha spiegato il presidente dell’ente previdenziale chiarendo che si tratta di una manovra a costo zero per le banche e per lo Stato, «mentre c’è un grande vantaggio per i pensionati».