PENNE Sanità pubblica di qualità e diritto alla salute anche nei piccoli centri. Sulla qualità dell'assistenza ai pazienti garantita nell'ospedale San Massimo di Penne, interviene con una lettera aperta la Camera del Lavoro - Cgil- funzione pubblica. Il sindacato sottolinea che i «dipendenti pubblici in questi anni difficili di tagli alle risorse, ristrutturazioni e blocco del turn-over senza il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, hanno contribuito, attraverso le competenze, la motivazione e la passione messe in campo e la disponibilità alla “cura”, al funzionamento e alla credibilità della struttura pubblica così nel nostro Paese, così all'ospedale di Penne». Senza il loro lavoro e la loro professionalità, a giudizio dei rappresentanti dei lavoratori, non avremmo oggi alcun presidio pubblico di cui parlare. «Al netto di singoli casi di comportamenti eticamente censurabili, e comunque punibili ai sensi della normativa vigente» affermano il segretario generale della Cgil di Pescara, Emilia Di Nicola, e quello della funzione pubblica, Massimo Petrini, «non si può pensare che tutti i dipendenti di un presidio siano condannabili a causa di pochi o che si possa mettere in discussione, per l'inefficienza di alcuni, l'esistenza stessa di una realtà ospedaliera che anche noi, come organizzazione sindacale, abbiamo sostenuto negli anni. Al tempo stesso», proseguono i die sindacalisti della Cgil,«pensiamo che le scelte in materia di sanità abbiano bisogno in questo momento di buona politica, di strategie a breve lungo termine e di indirizzi operativi attenti all'interesse generale della collettività. Occorre una nuova sfida per la tutela del welfare, dei servizi e dei diritti di cittadinanza che lo Stato riconosce attraverso il lavoro dei dipendenti pubblici».