«Ci sono delle persone che hanno delle pensioni molto alte che non sono giustificate dai contributi» versati. Parola del presidente dell’Inps, Tito Boeri, intervistato da Ballarò. «A mio giudizio c’è un problema di equità che andrebbe affrontato. Si può chiedere a queste persone di poter dare qualcosa per contrastare la povertà soprattutto nella fascia 55/65 anni».
Da giugno le proposte Inps per maggiore equità
L’Inps - ha annunciato Boeri (che oggi è stato due ore a colloquio con il premier Matteo Renzi a Palazzo Chigi) - presenterà le sue proposte per garantire più equità nell’accesso alle pensioni «entro giugno». «Chiarisco che l’Inps non ha potere legislativo», ha sottolineato. «Saranno il Governo e il Parlamento a decidere. Noi, utilizzando tutti i dati di cui disponiamo, faremo delle proposte articolate. La filosofia di fondo è quella dell’equità, noi faremo queste proposte per equità non per fare cassa».
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Occhi puntati sulla generazione 55-65
Secondo Boeri «uno dei problemi più seri che noi vediamo è quello della generazione tra i 55 e i 65 anni che si sono trovati con queste riforme un po’ spiazzati. Riteniamo che ci sono delle persone che hanno delle pensioni molto alte che non sono giustificate dai contributi che hanno versato durante l’intero arco della vita lavorativa. A mio giudizio c’è un problema di equità che andrebbe affrontato». In particolare - è l’ipotesi - «si può chiedere a queste persone di poter dare qualcosa per contrastare la povertà, soprattutto nella fascia 55/65 anni. Vogliamo per queste generazioni trovare un modo per contrastare la povertà e dare la possibilità di andare in pensione prima in modo sostenibile, quindi avendo una pensione più bassa».
Dal 1° maggio simulazioni sulle pensioni future
Il presidente dell’Inps ha inoltre reso noto che «dal 1° maggio daremo la possibilità
ai lavoratori italiani di poter sapere quali saranno le loro pensioni future. Di poter valutare quali sono le implicazioni di scegliere diverse date di pensionamento, di cambiare le loro
retribuzioni e i loro contributi e quanto questo avrà effetti sulla loro pensione». «Daremo la possibilità a tutti - ha spiegato Boeri - di accedere a un programma che è in grado di fornire queste simulazioni sulla pensione futura. Partiremo con i più giovani, con i lavoratori del Fondo lavoratori dipendenti privati, lavoratori autonomi e della gestione separata con meno di 40 anni perché sappiamo che sono le persone che oggi hanno meno l’idea di come funziona un sistema previdenziale». Poi, «man mano allargheremo la platea dai 40 ai 50 anni e poi da 50 a 65 anni. Da qui alla fine dell’anno contiamo di arrivare ai 18
milioni persone qui verrà data questa possibilità». E nel 2016 l’operazione sarà estesa anche ai lavoratori dipendenti pubblici e agli iscritti alle gestioni speciali presso l’Inps.