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Pescara, 24/11/2024
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Data: 23/04/2015
Testata giornalistica: Prima da Noi
Assessore al servizio idrico non paga l’acqua ma l’ipoteca viene cancellata: guai anche per Mazzocca

PESCARA. E sono cinque. Dopo il consigliere regionale Lorenzo Sospiri, il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, l’ex collaboratore del sindaco Albore Mascia, Giuliano Grossi, e l’avvocato Giancarlo Carlone, nella lista dei politici e “vip” che non avrebbero pagato tasse o bollette finisce anche l’assessore regionale al servizio idrico Mario Mazzocca (Sel).
C’è anche lui nella fantomatica lista in possesso della procura di Pescara che elencherebbe i "debitori speciali", quelli degni di vedersi scontato il loro debito che si sospetta mai pagato.
E anche nella storia di Mazzocca ci sono incongruenze e stranezze ma grazie alla... logica c’è anche qualche certezza solida: il debito è stato cancellato ma non pagato. Con un semplice tratto di penna (forse meglio con un “click”).
Questa mattina la Squadra Mobile e la Forestale di Pescara hanno acquisito alcuni atti presso il Comune di Caramanico che riguardano il rapporto che la agenzia di riscossione Soget ha con quell’ente di cui Mazzocca è stato sindaco fino a quando non è diventato assessore regionale. L’inchiesta è quella coordinata dal pm Gennaro Varone che vede al momento come unico indagato Gaetano Monaco, il vertice della Soget che dichiarava irrintracciabili politici con i quali era al telefono e che nel suo ufficio aveva le pratiche per esempio del consigliere di Forza Italia Lorenzo Sospiri.

I CONTATTI CON MAZZOCCA
Ed i guai per Mazzocca (che al momento non è indagato) iniziano proprio da Monaco e dal suo cellulare che è stato sequestrato e nel quale sono state trovate tracce giudicate molto utili dagli investigatori e tra questi anche molti contatti con Mazzocca.
Uno di questi sarebbe particolarmente importante ed è datato 14 luglio 2014 e nella telefonata tra Monaco ed il neo assessore probabilmente si parla del debito di quasi 20mila euro che quest'ultimo è riuscito ad accumulare negli anni con l’Aca e della iscrizione della ipoteca del 12 giugno 2014 di 19.515 euro piombata su un immobile di proprietà dello stesso Mazzocca.
Una brutta storia che evidentemente preoccupava l’assessore ma che finisce molto presto, l’indomani, quando la Soget chiude la “pratica Mazzocca” per «definizione del debito».
Per gli inquirenti «definizione del debito» significa una sola cosa: pagamento. Eppure all’Aca confermano che i soldi non sono mai arrivati tanto è vero che il pagamento non è tracciato e non si trova da nessuna parte. La cosa ha allertato gli inquirenti che hanno iniziato a spulciare le tante carte in loro possesso riuscendo a trovare la prova che giudicano “decisiva”.
Succede che quasi un anno dopo (e dopo che le notizie sull’inchiesta sono già uscite sui giornali) l’assessore Mazzocca avrebbe poi chiesto alla Soget di poter rateizzare il suo debito. Quale debito?

Quello che la stessa società di riscossione aveva cancellato «per definizione», questo almeno è stato comunicato all'ente creditore, l'Aca.
Fatti che rasentano l’illogicità, l’assurdo ed il grottesco e che meritano di sicuro una spiegazione approfondita e documentata ma ad ora così starebbero le cose ricostruite dagli investigatori.
Dunque, ancora una volta la trafila si ripete: un politico riesce ad accumulare un debito ingente, in questo caso si tratta di consumi idrici ed il debito è in capo all’Aca, il debito non viene pagato ma si trascina per anni fino ad arrivare alla procedura esecutiva che in questo caso si concretizza in una ipoteca su un immobile.
Piombata addosso la grana questa sparisce e se nel caso di Sospiri si utilizzava l’irreperibilità del politico in questo caso si agisce diversamente e si fa figurare sulle carte che il debito è stato saldato e l’ipoteca cancellata. Però mancano i soldi…
Poi il successivo passo dopo mesi dalla “definizione” di chiedere la rateizzazione per un debito già… pagato.
Una mossa strana anche perché la rateizzazione si concede a chi ha un debito ancora in essere e versa in condizioni di disagio non potendo saldare tutto e subito.
Anche questa storia potrebbe far scappare qualche risata se non fosse che ora la procura sta cercando le prove della corruzione e vuole capire per quale ragione la Soget abbia fatto questo favore a Mazzocca.
Ecco spiegata la visita di oggi della polizia e dei forestali a Caramanico per richiedere gli atti relativi al rapporto in essere dal 2010 con il Comune presieduto allora da Mazzocca. Per ora solo ipotesi tutte da verificare e prove da trovare: da una parte c’è il favore e il trattamento speciale ma dall’altra manca ancora la ragione e dunque la contropartita.

L’INCHIESTA SI ALLARGA
Pare che gli investigatori stiano allargando il tiro e che nei giorni scorsi siano andati anche in altri enti a raccogliere carte per chiudere il cerchio su alcune vicende già in via di definizione. E non è finita qui perché i nomi sulla lista sono molti e l’inchiesta potrebbe travolgere altri vip insolventi.
E dalle carte dell’inchiesta, in parte svelate dal ricorso al riesame, spuntano altri nomi. Come quello dell’ex collaboratore del sindaco Albore Mascia, Giuliano Grossi, uomo influente della destra pescarese e già Difensore civico regionale nominato dal centrodestra di Chiodi poi però cacciato dopo un ricorso al Tar.
Al collega avvocato Giancarlo Carlone sarebbe stato scontato un debito di 9.344 euro per inesigibilità e inserimento della cifra tra i debiti del Comune di Pescara.
E poi c’è il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, già in corsa per le prossime amministrative che avrebbe subìto un pignoramento di 14.183 euro per tasse sui rifiuti e imposte sugli immobili non pagate e, successivamente quel pignoramento sarebbe stato revocato dalla Soget senza un apparente motivo documentato con le carte.
Di Primio, come Lorenzo Sospiri, si è giustificato dicendo di aver pagato il debito e che non ci sono irregolarità: del resto nessuna di queste persone, tranne Monaco, risultano indagate dunque allo stato non vi saranno strascichi giudiziari.
Sta di fatto che ogni giorno che passa gli inquirenti si fanno l’idea che queste stranezze siano parte di una «strategia di impresa» precisa che avrebbe portato vantaggi alla Soget che lavora con moltissime amministrazioni pubbliche e guadagnando esose percentuali sulla riscossione.
Altra certezza che si conferma è che quei debiti non fatti pagare a chi avrebbe dovuto poi ricadono in un modo o nell’altro sulle casse pubbliche.

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