PESCARA Multe non pagate, tasse sui rifiuti e sulla casa che sarebbero state “dimenticate” e adesso anche bollette dell’acqua. C’è anche il nome dell’ex sindaco di Caramanico Mario Mazzocca (Sel), non indagato, al vaglio di Forestale e Mobile che stanno lavorando al caso Soget: l’assessore regionale all’Ambiente e al Servizio idrico non avrebbe pagato l’acqua per circa 19.500 euro e l’ipoteca su un suo immobile prima sarebbe stata chiesta e poi cancellata dalla Soget con la dicitura «per definizione del debito». Mazzocca non è indagato e non è accusato di nessun reato e spiega così quel debito che, aggiunge, di aver «rateizzato». «Una banale ma grave perdita all’impianto di un garage inutilizzato scoperto solo dopo cinque anni», spiega Mazzocca, «ha visto accumularsi un debito che, ancorché prontamente contestato, è in corso di pagamento rataeale, come consentito per legge. Mi sono comportato come ogni cittadino», aggiunge l’assessore, «che si vede recapitare la notifica di un canone di elevato ammontare per dei consumi inaspettati e fino a quel momento ignorati». Acqua non pagata, blitz A Caramanico. La posizione di Mazzocca è analoga a quella del sindaco di Chieti Umberto Di Primio e del consigliere regionale Lorenzo Sospiri – sempre non indagati – per cui gli investigatori coordinati dal pm Gennaro Varone stanno analizzando se il rapporto tra la società Soget e i politici sia lineare o se presenti sbavature, se ad esempio le revoche ai pignoramenti di Sospiri e il percorso di Di Primio, per multe non pagate nel primo caso e per tasse sui rifiuti e sulla casa nel secondo, siano sospette oppure no. Ieri mattina gli uomini della Squadra Mobile sono andati al Comune di Caramanico portando via tutta la documentazione che riguarda il servizio di riscossione affidato alla Soget del 2010, il periodo in cui Mazzocca era sindaco di Caramanico. Il nome di Mazzocca nel telefonino di Monaco. Non c’è nessuna contestazione all’assessore regionale eppure gli investigatori sono arrivati al suo nome analizzando il telefonino del direttore della Soget di Pescara Gaetano Monaco, al momento unico indagato con l’accusa di truffa, «per «aver disposto o avallato pretestuose dichiarazioni di inesigibilità». Nel telefonino è stato trovato un contatto con l’assessore regionale che ha spinto gli investigatori ad acquisire il materiale che riguarda Mazzocca e quel debito di circa 19.500 euro accumulato con l’Aca. Secondo le carte acquisite il 12 giugno 2014 la Soget avrebbe iscritto l’ipoteca su un immobile di Caramanico dell’assessore e il 15 luglio 2014 la società di riscossione avrebbe scritto all’Agenzia del Territorio decidendo di cancellare l’ipoteca «per definizione del debito». Eppure all’Aca, sempre secondo le carte acquisite, quel pagamento non sarebbe mai arrivato mentre agli investigatori risulterebbe sì una rateizzazione, ma risalente a un mese fa, dopo che Forestale e Mobile si erano già mosse andando alla Soget e al Comune di Pescara. Spunta la lista segreta dei politici indebitati. L’inchiesta è ancora nella fase embrionale, tutto è da verificare e da provare, così come la procura sta cercando di capire se i tributi non pagati e la successiva corsa alle rateizzazione rientrino nell’alveo del malcosostume o se si possano ravvisare reati. Le indagini sono ancora aperte eppure nel mare magnum di carte acquisite da Forestale e Mobile è spuntata anche una lista dedicata ai politici, con almeno 800 nomi e rispettivi debiti. Tempo fa gli uomini della Forestale e della Mobile era andati nella sede della Soget in via Venezia, così come in quella di Taranto, portando via materiale cartaceo e informatico. Nel computer del direttore della Soget Monaco è stata trovato e acquisito un file Excel che contiene un elenco sterminato di nomi: 800 politici abruzzesi e di altre regioni a cui corrisponderebbe un importo, la cifra del debito dei tributi non pagati che complessivamente arriva a un milione. Nell’elenco, il primo sarebbe il sindaco Di Primio accanto a politici di altri comuni e di altre regioni per cui la Soget riscuote i crediti. Cos’è questa lista e perché era nel computer del direttore? E’ questa la domanda a cui cercheranno di rispondere gli inquirenti che stanno cercando di capire il perché di una lista dedicata e se dietro quelle cifre si nascondano presunti favori. Tutto da verificare perché quella lista potrebbe anche non rappresentare nulla. Le indagini proseguono.