TERAMO Migliaia di studenti in movimento. E’ la primavera che porta, oltre alle rondini, i viaggi d’istruzione, meglio conosciuti come gite scolastiche. E così accade che dalla provincia di Teramo migliaia di ragazzi – delle medie inferiori e superiori, quelli delle elementari si limitano di solito ad escursioni di un giorno – si mettano in viaggio verso le mete più disparate, in Italia e all’estero. Non senza qualche ansia dei genitori. Che quasi sempre si dimostrano infondate. Anche se gli ultimi due fatti di cronaca inducono a pensare che la classica mamma apprensiva tutti i torti non ce l’abbia. Martedì scorso la polizia stradale ha bloccato un autobus in partenza con a bordo gli studenti della scuola media di Montorio: ha scoperto che l’autista non aveva usufruito del riposo obbligatorio e aveva esibito una documentazione di viaggio di un collega (che invece aveva riposato). La gita non è saltata perché la ditta ha inviato un altro autista e seppur con ritardo il pullman è partito. Non è andata altrettanto bene, il 17, agli studenti dell’istituto superiore Moretti di Roseto, che, diretti a Urbino, sono stati lasciati a piedi all’autogrill sull’A14 a Fano. Sempre la Polstrada ha scoperto che l’autobus non era revisionato. La ditta non disponeva di un mezzo sostitutivo. Sotto i riflettori, dunque, aziende di trasporti e scuole. «Nel settore noleggio da rimessa», spiega Agostino Ballone, presidente regionale di Confindustria e consigliere nazionale dell’Anav, associazione aderente a Confindustria per il trasporto di persone, «vigono norme generali: la difficoltà nasce dal fatto che le piccole aziende possono far fatica a seguire le regole, ormai molto rigide. Se l’azienda ad esempio non dispone di un organico adeguato, non può sostituire il personale. Se un autista rientra da una gita, poniamo alle 22 o 23 – questo di solito è l’orario – deve riposare 11 ore (al minimo 9), per cui la mattina dopo non può ripartire. E assicurare la rotazione si traduce in un costo notevole. Le scuole che si affidano a chi fa pagare meno si dovrebbero domandare: “Come mai riesco ad avere un prezzo così basso?” e “Sto trascurando la sicurezza?”. Spesso 3-4 euro a testa fanno la differenza fra un operatore che è in grado di offrire la sicurezza e uno che non ci riesce. I due episodi sono certamente un campanello d'allarme». A spiegare qual è il meccanismo di è Stefania Nardini, preside degli istituti superiori Forti, Alessandrini e Marino di Teramo. «Il capitolato è predisposto dal ministero: si danno dati tecnici sui pullman e sulla necessità di secondo autista per viaggi più lunghi, insomma su tutto quello che attiene a circolazione dei veicoli e sicurezza. La gara prevede dei criteri (dal percorso agli alberghi con posizione e categoria), poi si sceglie chi offre di meno a parità di caratteristiche. La prima deliberazione riguarda la scelta delle mete, su cui si struttura il progetto per la classe. La sicurezza per noi è la cosa più importante e inizia dalla scelta delle mete: in questo periodo soprattutto vanno vagliate attentamente, a volte si ritorna sulle decisioni tenendo conto dei fattori sociali. Ma per la sicurezza è importante anche il numero dei docenti accompagnatori e il numero massimo di studenti (un docente ogni 15 studenti o uno ogni uno o due studenti disabili). Non solo: ogni docente ha un elenco di studenti che gli sono affidati e deve conoscerli. Sicurezza è anche il rispetto delle norme igienico sanitarie dell'albergo, con riguardo anche ai ragazzi che hanno problemi di alimentazione. Un’altra precauzione è non fare viaggi nei periodi di maggiori affollamento, come i prefestivi. E alla fine del viaggio i docenti fanno una relazione dettagliata, anche sulle prestazioni dell'azienda. Se ci sono stati problemi e l’azienda non è affidabile il consiglio d'istituto non la sceglierà in futuro». Sulla scelta delle offerte più basse, la preside dà una risposta di buon senso: «Posto che tutte le offerte devono avere i requisiti richiesti dal ministero, è innegabile che i ragazzi e le famiglie tendono a chiedere di spendere meno. Bisogna fare una mediazione fra le diverse esigenze, ma è certo che la sicurezza sta a cuore alle scuole».