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Pescara, 24/11/2024
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Data: 23/04/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Fondali, la draga torna a spalare fango. D’Alfonso e Del Vecchio a Roma per chiedere un intervento urgente

Tornerà la draga a spalare il fango dai fondali, ma ormai sono tutti consapevoli che togliere la sabbia con paletta e secchiello è uno sforzo vano, utile come una mosca sul naso. E costoso. Il porto di Pescara ha bisogno di interventi strutturali: deviazione del fiume, costruzione di nuove banchine su fondali più sicuri, in grado di garantire un pescaggio di almeno 10-12 metri alle imbarcazioni; servizi all'altezza di uno scalo che sino a pochi anni fa ambiva a diventare tappa della crocieristica nel Medio Adriatico. Sogni naufragati nel fango, appunto, mentre la marineria è in rivolta, le attività commerciali e l'indotto hanno il fiato corto, la Snav chiede garanzie per attivare i collegamenti estivi con la Croazia. Ieri il governatore Luciano D'Alfonso e il vice sindaco Enzo Del Vecchio sono corsi a Roma per chiedere un intervento urgente di dragaggio necessario a salvare almeno la stagione.
SOSPENSIONE TECNICA Qualcosa, probabilmente, si muoverà: «Il dragaggio è in corso - spiega Del Vecchio - la sospensione tecnica è finita e la draga tornerà a lavorare». Tutto, però, resta in mano al nuovo Piano regolatore portuale, da mesi sul tavolo del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici. L'organismo del Ministero ha chiesto chiarimenti sul progetto presentato dal Comune con il via libera della Regione, questioni che annettono alla dinamica idraulica del fiume, la modifica della morfologia della linea di costa, l'impiantistica, la sicurezza antincendio. I tecnici sono al lavoro per rispondere alle prescrizioni. E dopo? L'altra questione da prendere per le corna riguarda i finanziamenti. Attualmente sono disponibili 3,5milioni messi a disposizione dalla Regione, a cui si aggiungono 1,9milioni erogati dal Genio Civile. Ma per realizzare una infrastruttura di questa portata, che prevede lo sfondamento della diga foranea, il prolungamento degli attuali moli del porto canale e la realizzazione di almeno una nuova darsena, servirebbero 20milioni solo per partire. C'è chi parla di 100-150milioni per completare l'intera opera.
CASO MEZZI PESANTI Un altro progetto riguarda il prolungamento dell'Asse attrezzato: lo scopo è quello di consentire l'accesso diretto dei veicoli (soprattutto i mezzi pesanti) al piazzale del porto senza dover attraversare il centro cittadino. La Regione e l'Anas ci stanno lavorando. Il fatto è che del nuovo porto si parla ormai da dieci anni, quando l'allora sottosegretario alle Infrastrutture, Nino Sospiri, presentò il primo progetto (la famosa Tavola 11) al ministero dell'Ambiente guidato da Altero Matteoli. Da qui partì il lungo iter per la redazione del Piano regolatore portuale, accompagnato da una serie di pasticci, burocratici e non, legati agli interventi di dragaggio dei fondali, con decine di milioni di euro gettati letteralmente in mare. Intanto è Lorenzo Sospiri, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, a farsi sentire: «Davvero al peggio non c'è mai fine. Dopo la paralisi, ormai imminente, del porto canale, rischia di saltare il collegamento estivo con la Croazia garantito dalla Snav. E, come se non bastasse, la Regione rischia di far chiudere anche il porto turistico, non essendo riuscita, a oggi, ad autorizzare il dragaggio dello scalo, salvo aver promesso, per voce del sottosegretario D'Alessandro, che la situazione potrebbe sbloccarsi per la prima settimana di maggio». Il che, secondo Sospiri, non significa necessariamente aver risolto il problema prima dell'estate.

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