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Pescara, 24/11/2024
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Data: 23/04/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il 730 gratis solo su pc. Dal Caf si paga anche il semplice invio. A differenza degli anni scorsi sarà chiesto un compenso a chi riempie da sé il modello nella versione tradizionale

ROMA La dichiarazione dei redditi completamente gratuita? Si può fare anche nell’era della precompilata ma bisogna essere disposti ad elaborarla e inviarla direttamente dal proprio pc, dopo essersi dotati del Pin dell’Agenzia delle Entrate o di quelli dell’Inps. Oppure ci si deve affidare al datore di lavoro, se nella sua veste di sostituto d’imposta presta assistenza fiscale. Invece in caso di ricorso a un Caf (centro di assistenza fiscale) o a un commercialista sarà inevitabile pagare qualcosa per la prestazione, anche per il semplice invio del modello 730 tradizionale.
LA FRASE SCOMPARSAProprio il vecchio modello cartaceo, che in realtà deve comunque essere inviato per via telematica, è il paracadute che la legge ha lasciato per garantire l’atterraggio morbido di tutta la riforma: i contribuenti, se vogliono, possono optare per questa modalità. Ma rispetto allo scorso anno c’è una novità significativa: in analogia con quanto avviene per il 730 precompilato, i controlli dell’Agenzia delle Entrate ricadranno fondamentalmente sugli intermediari, i quali - dopo aver apposto il proprio visto di conformità - risponderanno anche dell’eventuale maggiore imposta dovuta. Una garanzia ed una comodità per il cittadino, che tra l’altro non avrà più l’onere di conservare i documenti (anche se sarà sempre responsabile qualora abbia detto il falso ad esempio sul diritto soggettivo a fruire di una certa detrazione). Ma questi vantaggi hanno un prezzo: a differenza di quanto avveniva gli anni scorsi, i Caf chiederanno un corrispettivo anche quando ricevono una dichiarazione già riempita in tutte le sue parti, semplicemente da inviare, e dunque non devono prestare assistenza fiscale. Fino allo scorso anno, sulle istruzioni del 730 compariva la seguente frase: «Chi si rivolge a un Caf o a un professionista abilitato può consegnare il modello già debitamente e correttamente compilato senza pagare alcun compenso». Nelle istruzioni per il 2015 questa indicazione è scomparsa. Tanto basta, perché in realtà non derivava da una norma di legge, ma da una sorta di accordo informale tra Agenzia Entrate e Caf, i quali ricevono un compenso dallo Stato per ogni dichiarazione inviata, a partire da un minimo di 13,60 euro in base alle nuove tariffe riviste proprio in occasione della precompilata.
LA CIRCOLARE DEL 1999Il concetto della gratuità, sempre nel caso in cui all’intermediario non fosse richiesto di compilare da zero la dichiarazione, era contenuto in una circolare dell’allora ministero delle Finanze (la 87 del 1999) ed era stato poi richiamato in successivi documenti. Ma appunto, senza un valore vincolante di legge. Così stavolta i contribuenti abituati a farsi da soli il 730 a mano, avendo tempo e pazienza, dovranno versare un piccolo importo per la trasmissione anche se non optano per la precompilata.
«Quest’anno l’Agenzia ci chiede degli oneri aggiuntivi - argomenta Valerano Canepari, presidente della consulta dei Caf - abbiamo l’obbligo di presentazione di documenti e responsabilità per le quali stipuliamo un’assicurazione costosa». Secondo Canepari, l’esborso sarà contenuto se le prestazioni richieste sono solo la verifica e la trasmissione: «Dieci, quindici euro, forse anche qualcosa di meno». Più o meno lo stesso importo previsto nel caso in cui venga chiesto al centro di assistenza di gestire la precompilata, accettandola però senza modifiche. Almeno queste sono le indicazioni, che poi però dovranno essere applicate dai singoli centri. I costi saranno maggiori per prestazioni più complesse. Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, aveva annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di arrivare ad un accordo complessivo con i Caf proprio sul tema delle tariffe.
Non dovrà mettere mano al portafogli invece chi si siede alla scrivania di casa per scaricare la propria dichiarazione e gestirla, accettandola così com’è oppure modificandola: solo nella prima ipotesi si metterà al riparo da successivi controlli, mentre nel caso (probabile) di correzioni o integrazioni non potrà sfruttare lo scudo dell’intermediario.

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